Scriviamo di Giustizia solo su questo post ?
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Scriviamo di Giustizia solo su questo post ?
Era già tutto previsto
Mi chiedono perché, in un momento così delicato, non scrivo nessun commento.
Ma cosa dovrei aggiungere a quello che ripeto da anni?
Era già tutto previsto. Quante volte ho scritto che la disgrazia del nostro Paese sta tutta nei tribunali?
Non mi stupisco più dei metodi eversivi, dell’accanimento giudiziario, della deriva giustizialista e di tutte le belle chiacchiere che leggo in questi giorni, quando finalmente qualcun altro comincia a rendersi conto che abbiamo consegnato l’Italia ai magistrati, arroganti omuncoli che non accettano controllo, né responsabilità, ma vogliono continuare ad essere liberi di sfasciare l’Italia a loro piacimento.
Era già tutto scritto nella riforma del codice dell’89, quando contemporaneamente alla caduta del muro di Berlino ingenui, o forse soggiogati, legislatori hanno pensato bene di affidare un compito così delicato nelle mani di pochi uomini del tutto privi di controllo.
E non ci voleva Montesquieu per capire che gli uomini appena conquistano un po’ di potere lo espandono fino a che qualcuno non gli pone dei limiti.
Noi Italiani, invece, siamo furbi, ci siamo fatti prendere la mano e ci siamo fatti abbindolare (uso la prima persona, anche se non c’ero affatto cascata neppure allora) dall’ansia si cambiare una classe dirigente stantia e arraffona, per sostituirla con un presunto governo dei migliori, senza nessuna investitura popolare. Come se non bastasse abbiamo pure eliminato l’immunità parlamentare, l’unico argine che i costituzionalisti avevano posto proprio per bilanciare l’eccessivo potere che avevano accordato ai giudici.
Ed ecco che ti arriva l’imprevedibile, perché forse in fondo noi Italiani tanto idioti non siamo, scende in campo Berlusconi ed impedisce di portare a termine il colpo di stato dei magistrati.
Da quanto tempo lo ripeto che il problema nasce tutto lì?
Ci hanno provato in tutti i modi, dai più meschini ai più raffinati, per farlo fuori, ma non è lui a non mollare, siamo noi Italiani a non permetterglielo.
Il punto non è far andare al governo i comunisti, ma i bambocci di turno soggiogati ai magistrati.
Sì, i più li accomunano, fa comodo identificarli con le toghe rosse, ma io resto convinta che sia indifferente il colore politico, quanto lo scontro istituzionale tra un potere politico, nato dal consenso popolare e pochi uomini che quel potere lo vogliono prendere solo perché si credono migliori di noi, senza alcuna investitura che non sia l’appartenenza ad una casta privilegiata.
E come puntualmente accade, in ogni corso e ricorso storico, ecco che ti puntano sulla moralità. Non sono riusciti a sconfiggere l’uomo e cercano di distruggerne la reputazione.
Lo fanno perché ci considerano idioti, pensano che pendiamo dalle sue labbra, che ci siamo bruciati il cervello con le sue televisioni.
Ma quanto ci sottovalutano!
A differenza degli antiberlusconiani, noi non siamo affatto ossessionati da lui. Lo conosciamo bene, possiamo elencarvi i suoi difetti uno per uno, ma finché resterà l’unico argine tra la democrazia e la teocrazia, continueremo a votarlo.
E la definisco teocrazia, proprio perché quando nient’altro funziona, non resta che la carta finale: buttarla sulla morale.
Ma guardateli, i novelli Catoni che hanno scoperto u pilu!
Ma che cosa sensazionale, agli uomini piacciono tette e culi. Chi l’avrebbe mai detto?
Passatemi la volgarità, ma quando ci vuole, ci vuole.
E adesso tutti in coro, donne in piazza, moralisti armati di carta e penna a dirci che non se ne può più di questa preferenza. Sì, certo, sono arrivati loro a cambiare i gusti agli uomini.
Che tristezza che mi fanno quelle donne in piazza a cercare di negare l’ovvio.
Protestano contro la strumentalizzazione del corpo femminile, richiedono un sussulto di dignità e pretendono di far cadere Berlusconi perché preferisce le belle alle brutte.
E hanno pure la faccia tosta di sostenere che tutto nasca da Drive In, come se non fosse così da migliaia di anni.
Allora, chiariamoci, di sicuro non ammiro chi vende il proprio corpo per denaro, ma di certo non lo cambierei con chi svende il proprio cervello per invidia.
Sono ben felice che gli uomini scelgano la propria donna per amore, per il suo cervello, per tutte quelle doti nascoste che la rendono unica, ma pretendere che non sbavino dietro a una bella donna mi sembra come pretendere che un gorilla si accoppi con una balena per la purezza del suo canto.
Saranno oche giulive quelle che puntano tutto sulla bellezza, ma per cortesia evitiamo l’ipocrisia di affermare che siano delle vittime.
Ma le avete viste? Spendono migliaia di euro per rifarsi dalla testa ai piedi perché quello che vogliono è proprio quello che hanno ottenuto.
Semmai, se proprio vogliamo parlare di crollo della moralità, mie care femministe, provate a chiedervi se il dilagare del fenomeno, se lo squallore, non sia piuttosto la conseguenza dello sfascio dei valori e dei principi etici che bollavate 30 anni fa come reazionari.
Quelle sciacquette gliele avete servite voi su un piatto d’argento ed è troppo comodo oggi disconoscere le vostre figliole, solo perché hanno preso alla lettera il vostro motto, il corpo è mio e me lo gestisco io.
Umanamente, quindi, posso anche non approvare lo stile di vita di Berlusconi, ma politicamente non me ne frega un piffero e, come a me, credo non interessi alla maggior parte delle persone.
E non perché siamo privi di moralità, idioti o schiavi, ma perché siamo abbastanza pratici da capire che così va il mondo da millenni e sappiamo distinguere il pubblico dal privato.
Semmai temo molto di più i moralisti e non dimentico il giochetto che girava anni fa su chi scegliere come leader mondiale, tra il Candidato A (fu legato a dei guaritori, consultava gli astrologi di frequente. Aveva due amanti. Sua moglie era lesbica. Fumava molto. Beveva otto, dieci martini al giorno), il Candidato B (non riusciva a mantenere un impiego a causa della sua arroganza. Dormiva tutta la mattina. Fece uso di oppio a scuola e fu sempre considerato un cattivo alunno. Beveva un bicchiere di cognac tutte le mattine) e il Candidato C (fu decorato come eroe. Era vegetariano. Non fumava. Aveva una disciplina esemplare. Occasionalmente beveva qualche birra. Rimase con la stessa donna nei momenti di gloria e nei momenti di sconfitta).
E tutti a scegliere come beoti Hitler, scartando quegli immorali di Roosevelt e Churchill.
Le ultime persone a cui affiderei la mia vita sono proprio i moralisti e tra Cesare e Catone sceglierò sempre il primo, proprio perché umano, troppo umano, per credersi talmente migliore degli altri da non cercare il consenso del popolo.
Perché tanto la storia è sempre quella, anche se si ripete in farsa, e non mi faccio abbindolare da una ipocrita moralità che serve solo a mantenere il potere in mano agli ottimati, presuntuosi senatori che si credono gli unici in grado di governarmi, o meglio di soggiogarmi, solo perché si reputano migliori di me e per questo rinnegano il mio voto.
Eh no signori!
Andiamoci piano con i paragoni con i regimi nordafricani.
Là, benché pilotati dall’alto, i popoli sono scesi in piazza perché stufi di vivere senza democrazia.
Qua i soliti contestatori di professione si sono mobilitati per rinnegarla la democrazia e consegnare il potere ai magistrati, ad una oligarchia che si sta trasformando pericolosamente in teocrazia.
Fate attenzione a tirare troppo la corda, andateci piano con la pazienza popolare perché non è infinita, e se qualcosa le piazze algerine ed egiziane possono insegnare è che il popolo lotta sempre e solo per la propria libertà, non per sottomettersi ad un regime peggiore.
E francamente ormai è quello che spero, mi sembra che siamo arrivati allo show down.
Che lo processino, che lo condannino, che lo facciano cadere.
Che ci provino davvero a prendere il potere così.
Che sia allora la volta buona che, toccato il fondo, cominciamo finalmente a risalire, a capire che la riforma della giustizia non può più aspettare ancora.
Se non ora, quando, lo chiedo semmai io a Berlusconi, ad Alfano, a Letta.
Cosa state aspettando a dare la stoccata finale?
Avete pavidamente e colpevolmente aspettato anni, ma se non la fate ora la riforma della giustizia, che è il momento più propizio, quando pensate di farla?
Basta tentennamenti, basta mediazioni, basta passeggiate su e giù dal Colle, basta annunci vuoti, basta pannicelli caldi, basta riformine, qui ci vuole una rivoluzione vera, che ripristini la democrazia ormai stuprata, che parta dalla separazione delle carriere, alla riforma del CSM, alla meritocrazia e arrivi finalmente all’unica conclusione logica della guerra in atto, ciò che chiediamo a gran voce da anni, la responsabilità personale dei magistrati per gli errori ed orrori commessi.
La vera democrazia può passare solo da qui.
Sarò un’ottimista, ma confido che l’Italia sarà al vostro fianco, ancora una volta, non per voi, ma per se stessa.
Baci Cassandra
La vogliamo far finita una volta per tutte, o volete consegnare ai giudici l’Italia senza aver davvero combattuto?
Mi chiedono perché, in un momento così delicato, non scrivo nessun commento.
Ma cosa dovrei aggiungere a quello che ripeto da anni?
Era già tutto previsto. Quante volte ho scritto che la disgrazia del nostro Paese sta tutta nei tribunali?
Non mi stupisco più dei metodi eversivi, dell’accanimento giudiziario, della deriva giustizialista e di tutte le belle chiacchiere che leggo in questi giorni, quando finalmente qualcun altro comincia a rendersi conto che abbiamo consegnato l’Italia ai magistrati, arroganti omuncoli che non accettano controllo, né responsabilità, ma vogliono continuare ad essere liberi di sfasciare l’Italia a loro piacimento.
Era già tutto scritto nella riforma del codice dell’89, quando contemporaneamente alla caduta del muro di Berlino ingenui, o forse soggiogati, legislatori hanno pensato bene di affidare un compito così delicato nelle mani di pochi uomini del tutto privi di controllo.
E non ci voleva Montesquieu per capire che gli uomini appena conquistano un po’ di potere lo espandono fino a che qualcuno non gli pone dei limiti.
Noi Italiani, invece, siamo furbi, ci siamo fatti prendere la mano e ci siamo fatti abbindolare (uso la prima persona, anche se non c’ero affatto cascata neppure allora) dall’ansia si cambiare una classe dirigente stantia e arraffona, per sostituirla con un presunto governo dei migliori, senza nessuna investitura popolare. Come se non bastasse abbiamo pure eliminato l’immunità parlamentare, l’unico argine che i costituzionalisti avevano posto proprio per bilanciare l’eccessivo potere che avevano accordato ai giudici.
Ed ecco che ti arriva l’imprevedibile, perché forse in fondo noi Italiani tanto idioti non siamo, scende in campo Berlusconi ed impedisce di portare a termine il colpo di stato dei magistrati.
Da quanto tempo lo ripeto che il problema nasce tutto lì?
Ci hanno provato in tutti i modi, dai più meschini ai più raffinati, per farlo fuori, ma non è lui a non mollare, siamo noi Italiani a non permetterglielo.
Il punto non è far andare al governo i comunisti, ma i bambocci di turno soggiogati ai magistrati.
Sì, i più li accomunano, fa comodo identificarli con le toghe rosse, ma io resto convinta che sia indifferente il colore politico, quanto lo scontro istituzionale tra un potere politico, nato dal consenso popolare e pochi uomini che quel potere lo vogliono prendere solo perché si credono migliori di noi, senza alcuna investitura che non sia l’appartenenza ad una casta privilegiata.
E come puntualmente accade, in ogni corso e ricorso storico, ecco che ti puntano sulla moralità. Non sono riusciti a sconfiggere l’uomo e cercano di distruggerne la reputazione.
Lo fanno perché ci considerano idioti, pensano che pendiamo dalle sue labbra, che ci siamo bruciati il cervello con le sue televisioni.
Ma quanto ci sottovalutano!
A differenza degli antiberlusconiani, noi non siamo affatto ossessionati da lui. Lo conosciamo bene, possiamo elencarvi i suoi difetti uno per uno, ma finché resterà l’unico argine tra la democrazia e la teocrazia, continueremo a votarlo.
E la definisco teocrazia, proprio perché quando nient’altro funziona, non resta che la carta finale: buttarla sulla morale.
Ma guardateli, i novelli Catoni che hanno scoperto u pilu!
Ma che cosa sensazionale, agli uomini piacciono tette e culi. Chi l’avrebbe mai detto?
Passatemi la volgarità, ma quando ci vuole, ci vuole.
E adesso tutti in coro, donne in piazza, moralisti armati di carta e penna a dirci che non se ne può più di questa preferenza. Sì, certo, sono arrivati loro a cambiare i gusti agli uomini.
Che tristezza che mi fanno quelle donne in piazza a cercare di negare l’ovvio.
Protestano contro la strumentalizzazione del corpo femminile, richiedono un sussulto di dignità e pretendono di far cadere Berlusconi perché preferisce le belle alle brutte.
E hanno pure la faccia tosta di sostenere che tutto nasca da Drive In, come se non fosse così da migliaia di anni.
Allora, chiariamoci, di sicuro non ammiro chi vende il proprio corpo per denaro, ma di certo non lo cambierei con chi svende il proprio cervello per invidia.
Sono ben felice che gli uomini scelgano la propria donna per amore, per il suo cervello, per tutte quelle doti nascoste che la rendono unica, ma pretendere che non sbavino dietro a una bella donna mi sembra come pretendere che un gorilla si accoppi con una balena per la purezza del suo canto.
Saranno oche giulive quelle che puntano tutto sulla bellezza, ma per cortesia evitiamo l’ipocrisia di affermare che siano delle vittime.
Ma le avete viste? Spendono migliaia di euro per rifarsi dalla testa ai piedi perché quello che vogliono è proprio quello che hanno ottenuto.
Semmai, se proprio vogliamo parlare di crollo della moralità, mie care femministe, provate a chiedervi se il dilagare del fenomeno, se lo squallore, non sia piuttosto la conseguenza dello sfascio dei valori e dei principi etici che bollavate 30 anni fa come reazionari.
Quelle sciacquette gliele avete servite voi su un piatto d’argento ed è troppo comodo oggi disconoscere le vostre figliole, solo perché hanno preso alla lettera il vostro motto, il corpo è mio e me lo gestisco io.
Umanamente, quindi, posso anche non approvare lo stile di vita di Berlusconi, ma politicamente non me ne frega un piffero e, come a me, credo non interessi alla maggior parte delle persone.
E non perché siamo privi di moralità, idioti o schiavi, ma perché siamo abbastanza pratici da capire che così va il mondo da millenni e sappiamo distinguere il pubblico dal privato.
Semmai temo molto di più i moralisti e non dimentico il giochetto che girava anni fa su chi scegliere come leader mondiale, tra il Candidato A (fu legato a dei guaritori, consultava gli astrologi di frequente. Aveva due amanti. Sua moglie era lesbica. Fumava molto. Beveva otto, dieci martini al giorno), il Candidato B (non riusciva a mantenere un impiego a causa della sua arroganza. Dormiva tutta la mattina. Fece uso di oppio a scuola e fu sempre considerato un cattivo alunno. Beveva un bicchiere di cognac tutte le mattine) e il Candidato C (fu decorato come eroe. Era vegetariano. Non fumava. Aveva una disciplina esemplare. Occasionalmente beveva qualche birra. Rimase con la stessa donna nei momenti di gloria e nei momenti di sconfitta).
E tutti a scegliere come beoti Hitler, scartando quegli immorali di Roosevelt e Churchill.
Le ultime persone a cui affiderei la mia vita sono proprio i moralisti e tra Cesare e Catone sceglierò sempre il primo, proprio perché umano, troppo umano, per credersi talmente migliore degli altri da non cercare il consenso del popolo.
Perché tanto la storia è sempre quella, anche se si ripete in farsa, e non mi faccio abbindolare da una ipocrita moralità che serve solo a mantenere il potere in mano agli ottimati, presuntuosi senatori che si credono gli unici in grado di governarmi, o meglio di soggiogarmi, solo perché si reputano migliori di me e per questo rinnegano il mio voto.
Eh no signori!
Andiamoci piano con i paragoni con i regimi nordafricani.
Là, benché pilotati dall’alto, i popoli sono scesi in piazza perché stufi di vivere senza democrazia.
Qua i soliti contestatori di professione si sono mobilitati per rinnegarla la democrazia e consegnare il potere ai magistrati, ad una oligarchia che si sta trasformando pericolosamente in teocrazia.
Fate attenzione a tirare troppo la corda, andateci piano con la pazienza popolare perché non è infinita, e se qualcosa le piazze algerine ed egiziane possono insegnare è che il popolo lotta sempre e solo per la propria libertà, non per sottomettersi ad un regime peggiore.
E francamente ormai è quello che spero, mi sembra che siamo arrivati allo show down.
Che lo processino, che lo condannino, che lo facciano cadere.
Che ci provino davvero a prendere il potere così.
Che sia allora la volta buona che, toccato il fondo, cominciamo finalmente a risalire, a capire che la riforma della giustizia non può più aspettare ancora.
Se non ora, quando, lo chiedo semmai io a Berlusconi, ad Alfano, a Letta.
Cosa state aspettando a dare la stoccata finale?
Avete pavidamente e colpevolmente aspettato anni, ma se non la fate ora la riforma della giustizia, che è il momento più propizio, quando pensate di farla?
Basta tentennamenti, basta mediazioni, basta passeggiate su e giù dal Colle, basta annunci vuoti, basta pannicelli caldi, basta riformine, qui ci vuole una rivoluzione vera, che ripristini la democrazia ormai stuprata, che parta dalla separazione delle carriere, alla riforma del CSM, alla meritocrazia e arrivi finalmente all’unica conclusione logica della guerra in atto, ciò che chiediamo a gran voce da anni, la responsabilità personale dei magistrati per gli errori ed orrori commessi.
La vera democrazia può passare solo da qui.
Sarò un’ottimista, ma confido che l’Italia sarà al vostro fianco, ancora una volta, non per voi, ma per se stessa.
Baci Cassandra
La vogliamo far finita una volta per tutte, o volete consegnare ai giudici l’Italia senza aver davvero combattuto?
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Sui grandi giornaloni non li troverete questi dati, lì fanno da veline delle procure.
http://www.ilsussidiario.net/News/Il-punto-di-Antonio-Fanna/2011/1/24/INCHIESTA-Le-spese-folli-della-Procura-ecco-tutti-i-conti-del-Ruby-gate-/144143/
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Per non dimenticare.
Nota creata.
ANTOLOGIA DEL PENSIERO DI GIOVANNI FALCONE! IL PRIMO A CHIEDERE LA SEPARAZIONE DELLE CARRIERE
pubblicata da Tato Tripodo il giorno martedì 15 febbraio 2011 alle ore 20.53
In questi brani c'è tutto il riformismo di Giovanni Falcone grande uomo di giustizia preso ad esempio insieme al giudice borsellino come un modello da seguire!
Bene dott. Palamara e con lei tutto il pool di Milano vi consiglio di leggere questa breve antologia dei pensieri di Giovanni Falcone:
1) Il CSM è diventato anzichè organo di autogoverno e di garante della magistratura, una struttura da cui il magistrato si deve guardare... con le correnti interne diventate cinghia di trasmissione della lotta politica. ( La Repubblica 20 maggio 1990)
2) Quanti altri danni deve produrre questa politicizzazione della giustizia? ( La Stampa 6 settembre del 1991).
3) IO dico che bisogna stare attenti a non confondere la politica con la giustizia penale. In questo modo l'Italia pretesa culla del diritto, rischia di diventarne la tomba. ( La Stampa 6 settembre del 1991).
4) Non si può investire della cultura del sospetto tutto e tutti. La cultura del sospetto non è l'anticamera della verità. La cultura del sospetto è l'anticamera del khomeinismo. ( citato in Mario Patrono, " il cono d'ombra" MIlano 1996).
5) Mi sento di condividere l'analisi secondo cui , in mancanza di controlli istituzionali sull'attività del PM, saranno sempre più grandi i pericoli che influenze informali e collegamenti occulti con centri occulti di potere possano influenzare l'esercizio di tale attività...Mi sembra giunto il momento di razionalizzare e coordinare l'attività dei PM finora reso praticamente irresponsabile da una visione feticistica della obbligatorietà dell'azione penale e della mancanza di tali controlli su tale attività. ( convegno di Senigallia 15 Marzo 1990).
6)Il PM non deve avere nessun tipo di parentela col giudice e non essere, come invece oggi è, una specia di paragiudice.... Chi come me , richiede che siano invece giudice e PM due figure strutturalmente differenziate nelle competenze e nella carriera, viene bollato come nemico della indipendenza della magistratura; un nostalgico della discrezionalità dell'azione penale desideroso di porre il PM sotto il controllo dell'Esecutivo. ( la Repubblica 3 ottobre 1991)
pensiero personale : a voler pensar male certo che Giovanni Falcone i suoi peggiori nemici li aveva nello schieramento di sinistra a sostegno della magistratura e in alcuni magistrati stessi ......
https://www.facebook.com/notes/tato-tripodo/antologia-del-pensiero-di-giovanni-falcone-il-primo-a-chiedere-la-separazione-de/186742991365463
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Re: Scriviamo di Giustizia solo su questo post ?
Ieri, in un Tribunale.
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Udienza contro una persona indicata come "processabile per Frode Fiscale", da decidere una sua richiesta di sospensione del processo come "legittimo impedimento", a fronte del fatto che essendo "in lista d'attesa per un trapianto di cuore", vorrebbe essere nella condizione migliore per potervi partecipare fuori da qualsiasi tensione e stress, che potrebbe essere deleterio per l'aggravarsi della situazione e arrivare a sintesi peggiorativa, a tutti comprensibile di che tipo.
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No, mica vorrà fare "il furbetto" e lasciarsi dietro ulteriore tempo per una condanna ( è ancora in primo grado ) che sicuramente quel collegio giudicante DEVE comminargli, non sia mai.
--------------------------------
Commento : questo è "lo stato dell'arte della magistratura", non si può più scrivere o parlare di "sola parte della magistratura", ogni giorno si legge di fatti come questo, di gente che rimane in carcere per evidenti distorsioni se non di errori pacchiani e non certamente da parte di avvocati, cancellieri o agenti di ps o carabinieri.
-------------------------------
Ogni giorno assistiamo a situazioni kafkiane, di dimenticanze e di scuse sempre più abnormi e incredibili atte solamente a prendere in giro i cittadini, perchè la responsabilità dei magistrati che era sancita da un Referendum è disattesa ed a "pagare" sono sempre i cittadini e lo Stato.
--------------------------------
Il "buon senso" non esiste più, siamo ad una deriva irrefrenabile se non ci si mette una pezza consistente, compreso quella che, come per molte professioni e quella di chi vince un concorso Pubblico per entrare in magistratura lo è, tra le tante cose da fare per Riformare questa "ingiustizia" presente e sotto gli occhi di tutti, anche di chi strumentalmente non vuole vedere, è che vengano MONITORATI psicologicamente a scadenze predefinite nel tempo, a partire dal diritto di partecipare a quel tipo di concorso.
--------------------------------
Buona giornata.
--------------------------------
p.s. Dimenticavo : ieri in un Tribunale, a Milano.
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Udienza contro una persona indicata come "processabile per Frode Fiscale", da decidere una sua richiesta di sospensione del processo come "legittimo impedimento", a fronte del fatto che essendo "in lista d'attesa per un trapianto di cuore", vorrebbe essere nella condizione migliore per potervi partecipare fuori da qualsiasi tensione e stress, che potrebbe essere deleterio per l'aggravarsi della situazione e arrivare a sintesi peggiorativa, a tutti comprensibile di che tipo.
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No, mica vorrà fare "il furbetto" e lasciarsi dietro ulteriore tempo per una condanna ( è ancora in primo grado ) che sicuramente quel collegio giudicante DEVE comminargli, non sia mai.
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Commento : questo è "lo stato dell'arte della magistratura", non si può più scrivere o parlare di "sola parte della magistratura", ogni giorno si legge di fatti come questo, di gente che rimane in carcere per evidenti distorsioni se non di errori pacchiani e non certamente da parte di avvocati, cancellieri o agenti di ps o carabinieri.
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Ogni giorno assistiamo a situazioni kafkiane, di dimenticanze e di scuse sempre più abnormi e incredibili atte solamente a prendere in giro i cittadini, perchè la responsabilità dei magistrati che era sancita da un Referendum è disattesa ed a "pagare" sono sempre i cittadini e lo Stato.
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Il "buon senso" non esiste più, siamo ad una deriva irrefrenabile se non ci si mette una pezza consistente, compreso quella che, come per molte professioni e quella di chi vince un concorso Pubblico per entrare in magistratura lo è, tra le tante cose da fare per Riformare questa "ingiustizia" presente e sotto gli occhi di tutti, anche di chi strumentalmente non vuole vedere, è che vengano MONITORATI psicologicamente a scadenze predefinite nel tempo, a partire dal diritto di partecipare a quel tipo di concorso.
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Buona giornata.
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p.s. Dimenticavo : ieri in un Tribunale, a Milano.
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Re: Scriviamo di Giustizia solo su questo post ?
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=blogcategory&id=25&Itemid=71
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4618&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4617&Itemid=52
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4615&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4613&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4618&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4617&Itemid=52
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4615&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4613&Itemid=72
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
E per i "magistrati", nessuno ci pensa ?
Il test antidroga sbarca in ospedale. Già previsto per autisti di mezzi pubblici e piloti di aereo, il test sarà esteso anche ai medici, infermieri e ostetriche. E in futuro toccherà agli insegnanti. La conferma è arrivata da Giovanni Serpelloni, capo del Dipartimento politiche antidroga che ha già approntato un provvedimento da discutere nella Conferenza Stato-Regioni.
«Per il momento – precisa l’esperto - il test coinvolgerà medici e personale sanitario a contatto con i pazienti», quindi non gli amministrativi o alcune tipologie come i medici legali. E cosa avverrà in pratica? Si dovranno effettuare controlli periodici antidroga anche negli ospedali e si allungherà così l’elenco delle professioni rischiose o che coinvolgono l'utenza pubblica. «Ci sarà probabilmente - aggiunge Serpelloni - una differenziazione tra alcune categorie. In alcune, i lavoratori dovranno essere tutti sottoposti, periodicamente, a controlli antidroga. In altre, invece, si sceglierà di intervenire con i test solo per la metà dei dipendenti. Questo anche per motivi di copertura finanziaria». Gli insegnanti potrebbero rientrare in quest’ultima tipologia di controlli. Per il momento, saranno i sanitari i primi a essere presi di mira.
Ma la cosa non sconvolge, per esempio, gli infermieri. «Per noi non c’e nessun problema, siamo più che pronti e disponibili a sottoporci al test antidroga e fare tutto ciò che è utile ad aumentare la fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario», afferma Annalisa Silvestro, presidente dei collegi degli infermieri (Ipasvi). «È giusto - ammette Silvestro - per chi svolge professioni delicate come quelle sanitarie aderire a una modalità che dia ancora più garanzie di rigorosità e attenzione verso i pazienti». Anche il sottosegretario Carlo Giovanardi commenta con soddisfazione il provvedimento in dirittura d’arrivo che vuole estendere i test antidroga. «Il problema - spiega il responsabile delle politiche antidroga - è di intervenire prima che un paziente sia curato da un medico che perde il controllo perché fatto di cocaina», come probabilmente accaduto a Napoli secondo quanto emerso l’altro giorno da un’operazione di polizia. «Insomma - conclude Giovanardi - sono misure prese per salvaguardare la sicurezza e la salute dei cittadini. Chi fa professioni che mettono a rischio la sicurezza e vuole assumere sostanze cambia mestiere».
Vi aspettate proteste dai medici? «Penso di no, come non protestano militari, tranvieri, piloti, non vedo perché dovrebbero protestare i medici». Pronta la reazione di Maurizio Benato, vicepresidente della Fnomceo, federazione nazione ordine dei medici e degli odontoiatri. «La nostra è una professione di grande responsabilità in cui dobbiamo sostenere la qualità. Quindi è giusto che anche i medici siano sottoposti a questi controlli. Ne va anche della salute della gente». Gli fa eco Vincenzo Arpino, presidente dell’Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori. «Ben vengano i test. Chi non si droga non ha nessun timore.
Sicuramente ci sono medici che si drogano, ma sono pochissimi, e comunque non in misura maggiore rispetto a categorie come avvocati e politici. I test, anzi, ci saranno utili per scoprire chi effettivamente fa uso di stupefacenti».
«Per il momento – precisa l’esperto - il test coinvolgerà medici e personale sanitario a contatto con i pazienti», quindi non gli amministrativi o alcune tipologie come i medici legali. E cosa avverrà in pratica? Si dovranno effettuare controlli periodici antidroga anche negli ospedali e si allungherà così l’elenco delle professioni rischiose o che coinvolgono l'utenza pubblica. «Ci sarà probabilmente - aggiunge Serpelloni - una differenziazione tra alcune categorie. In alcune, i lavoratori dovranno essere tutti sottoposti, periodicamente, a controlli antidroga. In altre, invece, si sceglierà di intervenire con i test solo per la metà dei dipendenti. Questo anche per motivi di copertura finanziaria». Gli insegnanti potrebbero rientrare in quest’ultima tipologia di controlli. Per il momento, saranno i sanitari i primi a essere presi di mira.
Ma la cosa non sconvolge, per esempio, gli infermieri. «Per noi non c’e nessun problema, siamo più che pronti e disponibili a sottoporci al test antidroga e fare tutto ciò che è utile ad aumentare la fiducia dei cittadini nei confronti del servizio sanitario», afferma Annalisa Silvestro, presidente dei collegi degli infermieri (Ipasvi). «È giusto - ammette Silvestro - per chi svolge professioni delicate come quelle sanitarie aderire a una modalità che dia ancora più garanzie di rigorosità e attenzione verso i pazienti». Anche il sottosegretario Carlo Giovanardi commenta con soddisfazione il provvedimento in dirittura d’arrivo che vuole estendere i test antidroga. «Il problema - spiega il responsabile delle politiche antidroga - è di intervenire prima che un paziente sia curato da un medico che perde il controllo perché fatto di cocaina», come probabilmente accaduto a Napoli secondo quanto emerso l’altro giorno da un’operazione di polizia. «Insomma - conclude Giovanardi - sono misure prese per salvaguardare la sicurezza e la salute dei cittadini. Chi fa professioni che mettono a rischio la sicurezza e vuole assumere sostanze cambia mestiere».
Vi aspettate proteste dai medici? «Penso di no, come non protestano militari, tranvieri, piloti, non vedo perché dovrebbero protestare i medici». Pronta la reazione di Maurizio Benato, vicepresidente della Fnomceo, federazione nazione ordine dei medici e degli odontoiatri. «La nostra è una professione di grande responsabilità in cui dobbiamo sostenere la qualità. Quindi è giusto che anche i medici siano sottoposti a questi controlli. Ne va anche della salute della gente». Gli fa eco Vincenzo Arpino, presidente dell’Aaroi-Emac (Associazione anestesisti rianimatori. «Ben vengano i test. Chi non si droga non ha nessun timore.
Sicuramente ci sono medici che si drogano, ma sono pochissimi, e comunque non in misura maggiore rispetto a categorie come avvocati e politici. I test, anzi, ci saranno utili per scoprire chi effettivamente fa uso di stupefacenti».
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
La dimostrazione della non imparzialità
http://www.ilgiornale.it/interni/ruby_17enne_andai_ronaldo_eppure_si_indaga_solo_silvio/ruby-cristiano_ronaldo-procura_milano-boccassini-bunga_bunga-arcore-berlusconi/20-02-2011/articolo-id=507290-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/giustizia_senso_unico_perche_boccassini_dribbla_ronaldo/20-02-2011/articolo-id=507289-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/nessuno_indaga_amanti_ruby_minorenne/20-02-2011/articolo-id=507130-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/giustizia_senso_unico_perche_boccassini_dribbla_ronaldo/20-02-2011/articolo-id=507289-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/nessuno_indaga_amanti_ruby_minorenne/20-02-2011/articolo-id=507130-page=0-comments=1
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Se questa è "giustizia".
http://linkati2lu.files.wordpress.com/2011/02/moralisti3.pdf[b]
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Ancora una prova negativa.
Il pm: " SONO SORPRESO". L''EX POLITICO: "RINGRAZIO DIO E LA MIA FAMIGLIA"
Assolto l'ex deputato Fi Mercadante
Ha scontato quasi sei anni di carcere
La Corte d'Appello di Palermo: "Il fatto non sussiste"
In primo grado fu condannato ad oltre dieci anni
PALERMO - In primo grado era stato condannato a 10 anni e 8 mesi e marchiato come mafioso. Il gip che lo mandò in carcere, accogliendo in pieno le tesi della procura, lo definì tanto vicino al capomafia Bernardo Provenzano da far parte di «una Cosa sua», più che di Cosa Nostra. Un’espressione forte che doveva rendere l’idea dello stretto legame che univa il padrino di Corleone a Giovanni Mercadante, 61 anni, radiologo con la passione per la politica, eletto all’Ars nelle fila di Forza Italia. Dopo quasi sei anni di custodia cautelare - tra carcere e arresti domiciliari - e una condanna per associazione mafiosa, la corte d’appello di Palermo - presidente Biagio Insacco - riscrive la storia dell’ex deputato regionale, mandandolo assolto e ordinando la revoca dei domiciliari a cui era sottoposto.
IL PM: SONO SORPRESO - Una sentenza destinata a far discutere, che sconfessa il primo verdetto. «Sono veramente sorpreso», commenta il pm della Dda Nino Di Matteo che ha istruito il processo di primo grado. «Il quadro probatorio a carico dell’imputato - aggiunge - era stato ritenuto molto solido sia dal tribunale, al termine di una istruttoria dibattimentale molto accurata e complessa, sia in sede cautelare da più collegi del Riesame e dalla stessa Suprema Corte».
L'EX DEPUTATO: RINGRAZIO DIO E LA MIA FAMIGLIA - "Emozionato e felice, non so che altro dire", sussurra Mercadante, che affida a uno dei suoi legali, l’avvocato Grazia Volo, il commento, anche perché ha perso la voce per la gioia. «Ringrazio i miei difensori - dice quando gli viene comunicata la sentenza - Dio e la mia famiglia». Parente dello storico boss di Prizzi Tommaso Cannella, l’ex parlamentare era accusato di essere stato medico di fiducia delle cosche e punto di riferimento dei boss nel mondo della politica. Indagato già in passato, la sua posizione viene archiviata per due volte. Poi, nel 2006, la svolta nell’inchiesta. A carico dell’ex deputato, alle accuse dei pentiti, si aggiungono le intercettazioni ambientali effettuate nel box del capomafia Nino Rotolo, luogo scelto dai clan per i loro summit. Nei colloqui, registrati per oltre un anno, il nome di Mercadante emerge più volte. Per l’accusa, l’ex parlamentare azzurro sarebbe stato «pienamente inserito nel sodalizio criminoso».
I PENTITI - Una conclusione riscontrata anche dalle testimonianze di collaboratori di giustizia: da Nino Giuffrè ad Angelo Siino e Giovanni Brusca. Giuffrè ad esempio racconta di essersi rivolto al medico, su indicazione dello stesso Provenzano, per fare eseguire alcuni esami clinici al latitante agrigentino Ignazio Ribisi. Prove non sufficienti, secondo i giudici, che nella formula assolutoria usano il secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale, stabilendo che «il fatto non sussiste».
CONDANNATI I COIMPUTATI - Invariata, invece, la pena per tre dei coimputati. A 16 anni viene condannato Nino Cinà, l’uomo dei misteri della trattativa tra Stato e mafia. Reggente del mandamento di Resuttana, sarebbe stato «mediatore e pacificatore», a lui Totò Riina avrebbe dato il papello con le richieste del padrino allo Stato per interrompere le stragi. Medico di Totò Riina e di Bernardo Provenzano, Cinà è già stato condannato due volte per associazione mafiosa. Confermate anche le pene inflitte a Provenzano (sei anni), accusato di estorsione, e al commerciante Paolo Buscemi (sei mesi), imputato di favoreggiamento. Solo una lieve riduzione di pena è stata accordata allo storico boss di Torretta Lorenzo Di Maggio. Il tribunale gli aveva dato 9 anni e 4 mesi, diventati ora 7 anni.
L'ARRESTO NEL 2006 - L'ex politico azzurro fu arrestato nel 2006 al termine di un blitz antimafia denominato “Gotha” . Nel luglio 2009, dopo oltre 17 ore di camera di consiglio, i giudici della seconda sezione penale di Palermo condannarono il radiologo a 10 anni e otto mesi di carcere per associazione mafiosa. Il medico era stato accusato dai pm Nino Di Matteo e Gaetano Paci (che avevano chiesto per lui una pena detentiva di 14 anni) di essere a disposizione di Provenzano sia nell’ambito della sanità che nella politica rivestendo un ruolo apicale nel vertice di Cosa Nostra. Secondo la Procura di Palermo l’ex primario della Radiologia del Maurizio Ascoli, nonché primo cugino del consigliori di Provenzano Tommaso (Masino) Cannella, aveva messo a disposizione la sua perizia professionale per l’effettuazione di esami clinici in favore dei boss.
MICCICHE' - «L’assoluzione di Giovanni Mercadante mi riempie di gioia e lascia dentro di me tanta, tantissima amarezza: Mercadante è stato condannato a patire le pene dell’inferno, ancor prima di ricevere una vera sentenza di condanna». Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader di Forza del Sud, Gianfranco Miccichè. «Anni di carcere - aggiunge Miccichè - senza che il fatto sussistesse: non ci sono parole. Solo interrogativi e i tanti dubbi sulla giustizia di questo Paese, che ci portiamo dietro da quasi vent’anni ormai e che ancora una volta - conclude - si dimostrano assolutamente fondati».
Redazione online
21 febbraio 2011
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Assolto l'ex deputato Fi Mercadante
Ha scontato quasi sei anni di carcere
La Corte d'Appello di Palermo: "Il fatto non sussiste"
In primo grado fu condannato ad oltre dieci anni
PALERMO - In primo grado era stato condannato a 10 anni e 8 mesi e marchiato come mafioso. Il gip che lo mandò in carcere, accogliendo in pieno le tesi della procura, lo definì tanto vicino al capomafia Bernardo Provenzano da far parte di «una Cosa sua», più che di Cosa Nostra. Un’espressione forte che doveva rendere l’idea dello stretto legame che univa il padrino di Corleone a Giovanni Mercadante, 61 anni, radiologo con la passione per la politica, eletto all’Ars nelle fila di Forza Italia. Dopo quasi sei anni di custodia cautelare - tra carcere e arresti domiciliari - e una condanna per associazione mafiosa, la corte d’appello di Palermo - presidente Biagio Insacco - riscrive la storia dell’ex deputato regionale, mandandolo assolto e ordinando la revoca dei domiciliari a cui era sottoposto.
IL PM: SONO SORPRESO - Una sentenza destinata a far discutere, che sconfessa il primo verdetto. «Sono veramente sorpreso», commenta il pm della Dda Nino Di Matteo che ha istruito il processo di primo grado. «Il quadro probatorio a carico dell’imputato - aggiunge - era stato ritenuto molto solido sia dal tribunale, al termine di una istruttoria dibattimentale molto accurata e complessa, sia in sede cautelare da più collegi del Riesame e dalla stessa Suprema Corte».
L'EX DEPUTATO: RINGRAZIO DIO E LA MIA FAMIGLIA - "Emozionato e felice, non so che altro dire", sussurra Mercadante, che affida a uno dei suoi legali, l’avvocato Grazia Volo, il commento, anche perché ha perso la voce per la gioia. «Ringrazio i miei difensori - dice quando gli viene comunicata la sentenza - Dio e la mia famiglia». Parente dello storico boss di Prizzi Tommaso Cannella, l’ex parlamentare era accusato di essere stato medico di fiducia delle cosche e punto di riferimento dei boss nel mondo della politica. Indagato già in passato, la sua posizione viene archiviata per due volte. Poi, nel 2006, la svolta nell’inchiesta. A carico dell’ex deputato, alle accuse dei pentiti, si aggiungono le intercettazioni ambientali effettuate nel box del capomafia Nino Rotolo, luogo scelto dai clan per i loro summit. Nei colloqui, registrati per oltre un anno, il nome di Mercadante emerge più volte. Per l’accusa, l’ex parlamentare azzurro sarebbe stato «pienamente inserito nel sodalizio criminoso».
I PENTITI - Una conclusione riscontrata anche dalle testimonianze di collaboratori di giustizia: da Nino Giuffrè ad Angelo Siino e Giovanni Brusca. Giuffrè ad esempio racconta di essersi rivolto al medico, su indicazione dello stesso Provenzano, per fare eseguire alcuni esami clinici al latitante agrigentino Ignazio Ribisi. Prove non sufficienti, secondo i giudici, che nella formula assolutoria usano il secondo comma dell’articolo 530 del codice di procedura penale, stabilendo che «il fatto non sussiste».
CONDANNATI I COIMPUTATI - Invariata, invece, la pena per tre dei coimputati. A 16 anni viene condannato Nino Cinà, l’uomo dei misteri della trattativa tra Stato e mafia. Reggente del mandamento di Resuttana, sarebbe stato «mediatore e pacificatore», a lui Totò Riina avrebbe dato il papello con le richieste del padrino allo Stato per interrompere le stragi. Medico di Totò Riina e di Bernardo Provenzano, Cinà è già stato condannato due volte per associazione mafiosa. Confermate anche le pene inflitte a Provenzano (sei anni), accusato di estorsione, e al commerciante Paolo Buscemi (sei mesi), imputato di favoreggiamento. Solo una lieve riduzione di pena è stata accordata allo storico boss di Torretta Lorenzo Di Maggio. Il tribunale gli aveva dato 9 anni e 4 mesi, diventati ora 7 anni.
L'ARRESTO NEL 2006 - L'ex politico azzurro fu arrestato nel 2006 al termine di un blitz antimafia denominato “Gotha” . Nel luglio 2009, dopo oltre 17 ore di camera di consiglio, i giudici della seconda sezione penale di Palermo condannarono il radiologo a 10 anni e otto mesi di carcere per associazione mafiosa. Il medico era stato accusato dai pm Nino Di Matteo e Gaetano Paci (che avevano chiesto per lui una pena detentiva di 14 anni) di essere a disposizione di Provenzano sia nell’ambito della sanità che nella politica rivestendo un ruolo apicale nel vertice di Cosa Nostra. Secondo la Procura di Palermo l’ex primario della Radiologia del Maurizio Ascoli, nonché primo cugino del consigliori di Provenzano Tommaso (Masino) Cannella, aveva messo a disposizione la sua perizia professionale per l’effettuazione di esami clinici in favore dei boss.
MICCICHE' - «L’assoluzione di Giovanni Mercadante mi riempie di gioia e lascia dentro di me tanta, tantissima amarezza: Mercadante è stato condannato a patire le pene dell’inferno, ancor prima di ricevere una vera sentenza di condanna». Lo afferma il sottosegretario alla Presidenza del Consiglio e leader di Forza del Sud, Gianfranco Miccichè. «Anni di carcere - aggiunge Miccichè - senza che il fatto sussistesse: non ci sono parole. Solo interrogativi e i tanti dubbi sulla giustizia di questo Paese, che ci portiamo dietro da quasi vent’anni ormai e che ancora una volta - conclude - si dimostrano assolutamente fondati».
Redazione online
21 febbraio 2011
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Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Questo è un "paese normale" ?
http://www.ilgiornale.it/interni/linchiesta_83_anni_intercettazioni/23-02-2011/articolo-id=507689-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/il_commento_quelli_che_vogliono_sospendere_democrazia/23-02-2011/articolo-id=507707-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/il_giudice_lumaca_salva_travaglio_cade_condanna_diffamazione/23-02-2011/articolo-id=507685-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/il_commento_quelli_che_vogliono_sospendere_democrazia/23-02-2011/articolo-id=507707-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/il_giudice_lumaca_salva_travaglio_cade_condanna_diffamazione/23-02-2011/articolo-id=507685-page=0-comments=1
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Re: Scriviamo di Giustizia solo su questo post ?
Un Grazie a Ilda Boccasini per il suo contributo
Scritto da Antonio Passaniti
mercoledì 23 febbraio 2011
A parecchi sembrerà strano che io incominci la mia riflessione con un netto e sentito “Grazie a Ilda”. Si proprio ‘grazie a Ilda’. Voglio ringraziarla per quanto sta facendo per la riforma della Giustizia. In fondo Ella è convinta di perseguire il premier Berlusconi, con un accanimento, tra l’altro, ‘ad personam’ resosi chiaro e netto sia per le intercettazioni durante le quali la Ruby veniva accusata di prostituirsi quand’era minorenne, che dopo la dichiarazione della stessa marocchina che ‘confessava’ sesso a pagamento con Ronaldo, senza determinare, a quanto se ne sa, (né prima né dopo) alcun lavoro investigativo, ma in effetti essa, la Ilda, sta lavorando per il re di Prussia.
Ella ha tirato tanto la corda che si è spezzata provocando, finalmente, un’accelerazione della scelta, di PdL e Lega, di porre mano ad una riforma della giustizia non più rinviabile. Ora non ci sono più alibi: non c’è il Pierfreghy Casini che frena, né c’è il signor Nulla, alias Fini che blocca, né c’è più la preoccupazione del referendum sulle modifiche costituzionali che si rendono necessarie per realizzare quella riforma capace di far rientrare l’Italia nel novero delle nazioni più civilizzate.
La maggioranza infatti è arrivata alla decisione (‘se non ora, quando?’) di afferrare il toro per le corna senza farsi impaurire da ipotetici referendum. Non tutti ricordano che Craxi non si fece impaurire da Berlinguer, e sottolineo Berlinguer, ch’era di un altro pianeta rispetto ai Bersani ed ai Di Pietro di oggi, quando per porre fine all’inflazione al 20% fece approvare il famoso decreto di San Valentino con il taglio di 4 punti di scala mobile. La reazione dei comunisti fu violenta, ma Craxi vinse da grande quel referendum e invertì le sorti del nostro Paese con l’inflazione che scense velocemente ad una cifra.
Oggi c’è necessità di eguale coraggio, e c’è necessità di aver fiducia sulle nostre popolazioni che sono, semplicemente sconcertate per quanto sta avvenendo in Italia. Non si può trattare il Capo del Governo come un pericoloso pregiudicato, né lo si può mettere alla berlina dinanzi a tutto il mondo, né lo si può costringere a non governare perché deve difendersi ‘nel processo’, anzi ‘nei processi’. Nei paesi più evoluti le alte cariche dello Stato ‘rinviano’ le loro possibili pendenze alla fine del loro mandato, e ciò sia per evitare un uso politico dell’arma giudiziaria, ma anche per non sottrarre tempo ai compiti istituzionali.
In Italia no, perché in Italia non siamo un paese normale e si usa la giustizia per la lotta politica. Si rafforzano i poteri dei PM (vero Violante?), si cancella l’immunità parlamentare (vero pavidi parlamentari del tempo di Mani pulite?) e ci si offre come agnelli sacrificali dinanzi ad un ordine che aspira a diventare potere. Non è più possibile accettare questa realtà che sta distruggendo il vivere civile. Vanno ripristinate le regole della divisione dei poteri montesquieuiani.
Ed allora avanti tutta. Ripristino immunità già prevista dalla Costituzione all’art. 68 (fanno ridere i Bersani di turno che stracciano una loro stessa proposta in tal senso); divisione delle carriere
Un sogno per i poveri di... politicaper far diventare realmente terzo il giudice con l’abolizione della figura del PM da trasformare in Avvocato dell’accusa con un proprio specifico Consiglio Superiore dell’Accusa; abolizione dell’imbroglio dell’obbligatorietà dell’azione penale che permette all’accusa di ‘scegliersi’ i processi che devono celebrarsi; regolamentazione delle intercettazioni con divieto assoluto di pubblicazione così come è anche negli USA; introduzione della responsabilità civile sancita da un plebiscitario referendum.
Già li si sente starnazzare quanti si vedono sottrarre il surrogato della lotta politica, che vedono sfumare l’immagine del premier con i ferri ai polsi. Diranno tutto e il contrario di tutto così com’è nel loro costume. Noi dovremo rispondere con le stesse parole usare dall’on. Barbi del Partito Democratico: “Se la condotta di Berlusconi è riprovevole, l’azione della Procura di Milano è spaventosa e suscita più di un timore per l’ingerenza nella sfera politica”.
Anche per questo (riflessioni in settori dell’opposizione) diciamo ‘grazie Ilda’. Hai permesso di superare le titubanze e le frenate di spiriti candidi che esistono anche nel centrodestra, e hai contribuito ad accelerare i processi decisionali.
Scritto da Antonio Passaniti
mercoledì 23 febbraio 2011
A parecchi sembrerà strano che io incominci la mia riflessione con un netto e sentito “Grazie a Ilda”. Si proprio ‘grazie a Ilda’. Voglio ringraziarla per quanto sta facendo per la riforma della Giustizia. In fondo Ella è convinta di perseguire il premier Berlusconi, con un accanimento, tra l’altro, ‘ad personam’ resosi chiaro e netto sia per le intercettazioni durante le quali la Ruby veniva accusata di prostituirsi quand’era minorenne, che dopo la dichiarazione della stessa marocchina che ‘confessava’ sesso a pagamento con Ronaldo, senza determinare, a quanto se ne sa, (né prima né dopo) alcun lavoro investigativo, ma in effetti essa, la Ilda, sta lavorando per il re di Prussia.
Ella ha tirato tanto la corda che si è spezzata provocando, finalmente, un’accelerazione della scelta, di PdL e Lega, di porre mano ad una riforma della giustizia non più rinviabile. Ora non ci sono più alibi: non c’è il Pierfreghy Casini che frena, né c’è il signor Nulla, alias Fini che blocca, né c’è più la preoccupazione del referendum sulle modifiche costituzionali che si rendono necessarie per realizzare quella riforma capace di far rientrare l’Italia nel novero delle nazioni più civilizzate.
La maggioranza infatti è arrivata alla decisione (‘se non ora, quando?’) di afferrare il toro per le corna senza farsi impaurire da ipotetici referendum. Non tutti ricordano che Craxi non si fece impaurire da Berlinguer, e sottolineo Berlinguer, ch’era di un altro pianeta rispetto ai Bersani ed ai Di Pietro di oggi, quando per porre fine all’inflazione al 20% fece approvare il famoso decreto di San Valentino con il taglio di 4 punti di scala mobile. La reazione dei comunisti fu violenta, ma Craxi vinse da grande quel referendum e invertì le sorti del nostro Paese con l’inflazione che scense velocemente ad una cifra.
Oggi c’è necessità di eguale coraggio, e c’è necessità di aver fiducia sulle nostre popolazioni che sono, semplicemente sconcertate per quanto sta avvenendo in Italia. Non si può trattare il Capo del Governo come un pericoloso pregiudicato, né lo si può mettere alla berlina dinanzi a tutto il mondo, né lo si può costringere a non governare perché deve difendersi ‘nel processo’, anzi ‘nei processi’. Nei paesi più evoluti le alte cariche dello Stato ‘rinviano’ le loro possibili pendenze alla fine del loro mandato, e ciò sia per evitare un uso politico dell’arma giudiziaria, ma anche per non sottrarre tempo ai compiti istituzionali.
In Italia no, perché in Italia non siamo un paese normale e si usa la giustizia per la lotta politica. Si rafforzano i poteri dei PM (vero Violante?), si cancella l’immunità parlamentare (vero pavidi parlamentari del tempo di Mani pulite?) e ci si offre come agnelli sacrificali dinanzi ad un ordine che aspira a diventare potere. Non è più possibile accettare questa realtà che sta distruggendo il vivere civile. Vanno ripristinate le regole della divisione dei poteri montesquieuiani.
Ed allora avanti tutta. Ripristino immunità già prevista dalla Costituzione all’art. 68 (fanno ridere i Bersani di turno che stracciano una loro stessa proposta in tal senso); divisione delle carriere
Un sogno per i poveri di... politicaper far diventare realmente terzo il giudice con l’abolizione della figura del PM da trasformare in Avvocato dell’accusa con un proprio specifico Consiglio Superiore dell’Accusa; abolizione dell’imbroglio dell’obbligatorietà dell’azione penale che permette all’accusa di ‘scegliersi’ i processi che devono celebrarsi; regolamentazione delle intercettazioni con divieto assoluto di pubblicazione così come è anche negli USA; introduzione della responsabilità civile sancita da un plebiscitario referendum.
Già li si sente starnazzare quanti si vedono sottrarre il surrogato della lotta politica, che vedono sfumare l’immagine del premier con i ferri ai polsi. Diranno tutto e il contrario di tutto così com’è nel loro costume. Noi dovremo rispondere con le stesse parole usare dall’on. Barbi del Partito Democratico: “Se la condotta di Berlusconi è riprovevole, l’azione della Procura di Milano è spaventosa e suscita più di un timore per l’ingerenza nella sfera politica”.
Anche per questo (riflessioni in settori dell’opposizione) diciamo ‘grazie Ilda’. Hai permesso di superare le titubanze e le frenate di spiriti candidi che esistono anche nel centrodestra, e hai contribuito ad accelerare i processi decisionali.
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Informazioni e conoscenze utili.
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=blogcategory&id=25&Itemid=71
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4637&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4638&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=18&Itemid=28
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4641&Itemid=1
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4635&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4632&Itemid=52
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4640&Itemid=29
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4637&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4638&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=18&Itemid=28
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4641&Itemid=1
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4635&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4632&Itemid=52
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4640&Itemid=29
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
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Esempi.
http://www.tempi.it/grazie-il-fatto-quotidiano-e-magistratura-democratica-sappiamo-quale-ex-ddr-vorrebbero-abituarci
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
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A volte, capita anche peggio, che è tutto dire.
Scaglia libero, noi no
Scritto da Davide Giacalone
venerdì 25 febbraio 2011
Silvio Scaglia è libero, noi no. Parlo di lui e del suo caso solo perché ha oggi l’onore della cronaca, perché quando ci si occupa dei tanti casi di malagiustizia patita da poveri disgraziati nessuno sta neanche ad ascoltarti, salvo poi rimproverarti di prestare attenzione solo ai casi di pochi “eccellenti”. Scaglia, dunque, è il monumento vivente all’inesistenza di giustizia, all’arbitrio con cui può essere violata la libertà personale.
Seppe di un mandato di cattura e rientrò in Italia con un volo privato. Il che cancella l’ipotesi di pericolo di fuga. La reiterazione, che va prevenuta ove si tratti di reati violenti e pericolosi per terzi, ed era comunque impossibile. L’inqinamento delle prove una corbelleria, visto il tipo d’imputazione e la consistenza cartacea delle stesse. Allora, perché la sua libertà è stata cancellata, per un anno intero? La risposta è cruda: perché nel nostro sistema non esistono antidoti allo strapotere dell’accusa.
Ora è in corso il processo. Se Scaglia sarà assolto, o condannato a pene inferiori a quella che ha già scontato, nessuno potrà mai risarcirlo. Come nessuno potrà mai risarcire una collettività che, se fosse civile, si sentirebbe sfregiata da questo caso e da ogni altro analogo. Se Scaglia sarà condannato, con ogni probabilità, non tornerà in carcere, dato che la sentenza sarà appellata, gli anni passeranno, e il tempo trascorso agli arresti dovrà essere scomputato. Sicché sarà confermato l’adagio dell’inciviltà: si va in galera prima della condanna e si esce dopo.
Il dato ulteriormente grottesco è che i giornali parlano di questo caso mettendo in evidenza le dichiarazioni di Scaglia a favore dei detenuti, annunciando il suo impegno futuro. Perché in questo straziato paese nessuno crede al diritto, nessuno s’illude che possa esistere giustizia, ma si preferisce accomodarsi nella carità, nel buon sentimento, nel volemose bene. Che è, naturalmente, l’altra faccia della medaglia di una plebe pronta a linciare quello che i mezzi di comunicazione, alimentati dalle carte di procura, indicano come il cattivo di turno.
www.davidegiacalone.it
Scritto da Davide Giacalone
venerdì 25 febbraio 2011
Silvio Scaglia è libero, noi no. Parlo di lui e del suo caso solo perché ha oggi l’onore della cronaca, perché quando ci si occupa dei tanti casi di malagiustizia patita da poveri disgraziati nessuno sta neanche ad ascoltarti, salvo poi rimproverarti di prestare attenzione solo ai casi di pochi “eccellenti”. Scaglia, dunque, è il monumento vivente all’inesistenza di giustizia, all’arbitrio con cui può essere violata la libertà personale.
Seppe di un mandato di cattura e rientrò in Italia con un volo privato. Il che cancella l’ipotesi di pericolo di fuga. La reiterazione, che va prevenuta ove si tratti di reati violenti e pericolosi per terzi, ed era comunque impossibile. L’inqinamento delle prove una corbelleria, visto il tipo d’imputazione e la consistenza cartacea delle stesse. Allora, perché la sua libertà è stata cancellata, per un anno intero? La risposta è cruda: perché nel nostro sistema non esistono antidoti allo strapotere dell’accusa.
Ora è in corso il processo. Se Scaglia sarà assolto, o condannato a pene inferiori a quella che ha già scontato, nessuno potrà mai risarcirlo. Come nessuno potrà mai risarcire una collettività che, se fosse civile, si sentirebbe sfregiata da questo caso e da ogni altro analogo. Se Scaglia sarà condannato, con ogni probabilità, non tornerà in carcere, dato che la sentenza sarà appellata, gli anni passeranno, e il tempo trascorso agli arresti dovrà essere scomputato. Sicché sarà confermato l’adagio dell’inciviltà: si va in galera prima della condanna e si esce dopo.
Il dato ulteriormente grottesco è che i giornali parlano di questo caso mettendo in evidenza le dichiarazioni di Scaglia a favore dei detenuti, annunciando il suo impegno futuro. Perché in questo straziato paese nessuno crede al diritto, nessuno s’illude che possa esistere giustizia, ma si preferisce accomodarsi nella carità, nel buon sentimento, nel volemose bene. Che è, naturalmente, l’altra faccia della medaglia di una plebe pronta a linciare quello che i mezzi di comunicazione, alimentati dalle carte di procura, indicano come il cattivo di turno.
www.davidegiacalone.it
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
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Come si può definire ?
sabato 26 febbraio 2011, 17:14
Sanità in Puglia, Vendola prosciolto
Il gip archivia ma il suo collega De Benedictis sottolinea le responsabilità del presidente: "Spartizione politica"
di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica
Coincidenze. Con una tempistica calibrata al millesimo di secondo, ieri il gip barese Sergio Di Paola ha accolto la richiesta di archiviazione per il governatore pugliese Nichi Vendola, che era indagato – come anche il suo capo di Gabinetto Francesco Manna – per concussione in concorso per alcune nomine di direttori di Asl pugliesi. Coincidenze provvidenziali. Eppure la decisione del gip si è fatta attendere un bel po’, visto che la richiesta della procura porta la data del 26 marzo 2010. Ed è arrivata proprio ieri, coincidenza, a ruota dell’ordinanza con la quale un altro gip di Bari, Giuseppe De Benedictis, ha accolto parzialmente la richiesta della procura di custodia cautelare in carcere per il senatore del Pd ed ex assessore alla Sanità Alberto Tedesco (l’ordinanza è già a Palazzo Madama), per il suo braccio destro Mario Malcangi (arrestato due giorni fa), per il caposcorta di Vendola e per tre tra imprenditori e manager sanitari, spediti ai domiciliari.
La curiosa conseguenza temporale delle due decisioni colpisce proprio perché, nell’ordinanza con cui si chiede l’arresto di Tedesco, il gip De Benedictis non riserva giudizi lusinghieri nemmeno per i vertici dell’amministrazione regionale. E rimarca, soprattutto, come per lo stesso episodio per cui i pm avevano chiesto l’archiviazione per il governatore, ora i sostituti baresi chiedevano l’arresto di Tedesco i domiciliari per il dirigente sanitario Guido Scoditti (tornato ieri in libertà). Strana incongruenza che suona come una stoccata ai pm, come un colpo per Vendola, ma anche come una sorta di rottura interna al palazzo di giustizia di Bari. Crepa resa più evidente dall’accoglimento immediatamente successivo, da parte dell’altro gip, di quella richiesta di archiviazione, decisione che invece sposa la tesi «difensivista» dei magistrati, accogliendo l’assenza di «fatti penalmente rilevanti» non solo per Vendola e per il suo capo di gabinetto, ma persino per Tedesco, proprio esaminando un episodio per il quale il gip De Benedictis, invece, ritiene evidenti e gravi gli indizi di colpevolezza per Tedesco, anche se stavolta non per concussione ma per abuso d’ufficio (reato che non giustifica, annota il gip, l’arresto). Insomma, sullo stesso fatto prima i pm - e poi i due gip - hanno dato letture diverse a seconda degli indagati e dei reati contestati.
Al di là dell’apparente schizofrenia giudiziaria, ieri Vendola ha incassato con sollevata soddisfazione la sua archiviazione, distribuendo in conferenza stampa copie fresche di stampa della decisione, prendendo le distanze dal suo ex assessore Tedesco che pure fu lui a nominare e a difendere a spada tratta persino quando il conflitto d’interessi del responsabile della sanità pugliese, i cui figli lavorano nel settore delle protesi, era di pubblico dominio. Chiusa la parentesi giudiziaria, Nichi non si fa carico nemmeno delle responsabilità politiche per quello che il gip definisce «un consolidato sistema di malaffare incancrenito nel “sottosistema” della sanità regionale». Lui era il presidente della Giunta, ma l’unico errore che ammette «è di non aver avviato un rinnovamento più radicale».
Eppure, se non penalmente rilevante, l’operato del governatore viene stigmatizzato proprio nell’ordinanza d’arresto per Tedesco. Lì Vendola viene citato più volte, come si diceva, nel capo d’imputazione di Tedesco sulla cui valutazione giuridica pm e gip baresi sembrano non avere le stesse convinzioni. Ossia sulla sostituzione, del 2008, di un direttore sanitario (Franco Sanapo) sgradito all’ex assessore, con uno (Umberto Caracciolo) a lui più gradito, alla Asl di Lecce. Il gip scrive, per esempio, che «questa volontà del Tedesco emerge anzitutto dalla conversazione del 5 agosto 2008 in cui Tedesco parlava di tale suo pio desiderio con il capo di gabinetto del governatore Vendola, ricevendo l’approvazione del Manna (che, evidentemente, non poteva dargliela a titolo esclusivamente personale) a bloccare illegittimamente in regime di prorogatio a Nardò il Sanapo». E più avanti, ancora, il giudice riserva un’altra stoccata a Nichi, commentando un’altra conversazione tra l’ex assessore Tedesco e il capo di gabinetto di Vendola, incentrata su nomi e nomine. Un’intercettazione che, secondo il gip, «costituisce un dato irrecusabile circa la consapevolezza dei responsabili politici – di tutti i responsabili politici – di operare per fini di spartizione politica e/o correntizia». Un sistema, si legge ancora nell’ordinanza, che «non risulta circoscritto a singoli esponenti della maggioranza di centrosinistra ma assurge a logica di strategia politica, al fine di acquisire consenso e rendere stabile la maggioranza di governo». E nel caso di questa sostituzione alla Asl Tedesco, secondo la procura, «curava i suoi interessi personali e economici», mentre Vendola aderiva ai desiderata del suo assessore per «criteri di spoil system». Criteri legittimi ma, secondo il gip, «del tutto avulsi da esigenze di corretta gestione amministrativa dell’Asl di Lecce», come proverebbe una intercettazione tra il presidente e l’assessore, in cui Vendola spiega: «Hai presente che a noi quelli ci hanno chiesto quattro cose tra cui anche Lecce, uno loro al posto di Sanapo». Vendola ieri ha rivendicato la decisione di rimuovere il manager, negando però moventi di bassa politica. Cosa che aveva fatto anche a luglio 2009, quando venne interrogato dal pm Digeronimo, sostenendo – scrive il gip «contrariamente a quanto emerso dalle intercettazioni che non vi era stata alcuna intromissione del Tedesco». Dichiarazioni che il giudice ribadisce, poi, essere «inverosimili».
Sanità in Puglia, Vendola prosciolto
Il gip archivia ma il suo collega De Benedictis sottolinea le responsabilità del presidente: "Spartizione politica"
di Gian Marco Chiocci e Massimo Malpica
Coincidenze. Con una tempistica calibrata al millesimo di secondo, ieri il gip barese Sergio Di Paola ha accolto la richiesta di archiviazione per il governatore pugliese Nichi Vendola, che era indagato – come anche il suo capo di Gabinetto Francesco Manna – per concussione in concorso per alcune nomine di direttori di Asl pugliesi. Coincidenze provvidenziali. Eppure la decisione del gip si è fatta attendere un bel po’, visto che la richiesta della procura porta la data del 26 marzo 2010. Ed è arrivata proprio ieri, coincidenza, a ruota dell’ordinanza con la quale un altro gip di Bari, Giuseppe De Benedictis, ha accolto parzialmente la richiesta della procura di custodia cautelare in carcere per il senatore del Pd ed ex assessore alla Sanità Alberto Tedesco (l’ordinanza è già a Palazzo Madama), per il suo braccio destro Mario Malcangi (arrestato due giorni fa), per il caposcorta di Vendola e per tre tra imprenditori e manager sanitari, spediti ai domiciliari.
La curiosa conseguenza temporale delle due decisioni colpisce proprio perché, nell’ordinanza con cui si chiede l’arresto di Tedesco, il gip De Benedictis non riserva giudizi lusinghieri nemmeno per i vertici dell’amministrazione regionale. E rimarca, soprattutto, come per lo stesso episodio per cui i pm avevano chiesto l’archiviazione per il governatore, ora i sostituti baresi chiedevano l’arresto di Tedesco i domiciliari per il dirigente sanitario Guido Scoditti (tornato ieri in libertà). Strana incongruenza che suona come una stoccata ai pm, come un colpo per Vendola, ma anche come una sorta di rottura interna al palazzo di giustizia di Bari. Crepa resa più evidente dall’accoglimento immediatamente successivo, da parte dell’altro gip, di quella richiesta di archiviazione, decisione che invece sposa la tesi «difensivista» dei magistrati, accogliendo l’assenza di «fatti penalmente rilevanti» non solo per Vendola e per il suo capo di gabinetto, ma persino per Tedesco, proprio esaminando un episodio per il quale il gip De Benedictis, invece, ritiene evidenti e gravi gli indizi di colpevolezza per Tedesco, anche se stavolta non per concussione ma per abuso d’ufficio (reato che non giustifica, annota il gip, l’arresto). Insomma, sullo stesso fatto prima i pm - e poi i due gip - hanno dato letture diverse a seconda degli indagati e dei reati contestati.
Al di là dell’apparente schizofrenia giudiziaria, ieri Vendola ha incassato con sollevata soddisfazione la sua archiviazione, distribuendo in conferenza stampa copie fresche di stampa della decisione, prendendo le distanze dal suo ex assessore Tedesco che pure fu lui a nominare e a difendere a spada tratta persino quando il conflitto d’interessi del responsabile della sanità pugliese, i cui figli lavorano nel settore delle protesi, era di pubblico dominio. Chiusa la parentesi giudiziaria, Nichi non si fa carico nemmeno delle responsabilità politiche per quello che il gip definisce «un consolidato sistema di malaffare incancrenito nel “sottosistema” della sanità regionale». Lui era il presidente della Giunta, ma l’unico errore che ammette «è di non aver avviato un rinnovamento più radicale».
Eppure, se non penalmente rilevante, l’operato del governatore viene stigmatizzato proprio nell’ordinanza d’arresto per Tedesco. Lì Vendola viene citato più volte, come si diceva, nel capo d’imputazione di Tedesco sulla cui valutazione giuridica pm e gip baresi sembrano non avere le stesse convinzioni. Ossia sulla sostituzione, del 2008, di un direttore sanitario (Franco Sanapo) sgradito all’ex assessore, con uno (Umberto Caracciolo) a lui più gradito, alla Asl di Lecce. Il gip scrive, per esempio, che «questa volontà del Tedesco emerge anzitutto dalla conversazione del 5 agosto 2008 in cui Tedesco parlava di tale suo pio desiderio con il capo di gabinetto del governatore Vendola, ricevendo l’approvazione del Manna (che, evidentemente, non poteva dargliela a titolo esclusivamente personale) a bloccare illegittimamente in regime di prorogatio a Nardò il Sanapo». E più avanti, ancora, il giudice riserva un’altra stoccata a Nichi, commentando un’altra conversazione tra l’ex assessore Tedesco e il capo di gabinetto di Vendola, incentrata su nomi e nomine. Un’intercettazione che, secondo il gip, «costituisce un dato irrecusabile circa la consapevolezza dei responsabili politici – di tutti i responsabili politici – di operare per fini di spartizione politica e/o correntizia». Un sistema, si legge ancora nell’ordinanza, che «non risulta circoscritto a singoli esponenti della maggioranza di centrosinistra ma assurge a logica di strategia politica, al fine di acquisire consenso e rendere stabile la maggioranza di governo». E nel caso di questa sostituzione alla Asl Tedesco, secondo la procura, «curava i suoi interessi personali e economici», mentre Vendola aderiva ai desiderata del suo assessore per «criteri di spoil system». Criteri legittimi ma, secondo il gip, «del tutto avulsi da esigenze di corretta gestione amministrativa dell’Asl di Lecce», come proverebbe una intercettazione tra il presidente e l’assessore, in cui Vendola spiega: «Hai presente che a noi quelli ci hanno chiesto quattro cose tra cui anche Lecce, uno loro al posto di Sanapo». Vendola ieri ha rivendicato la decisione di rimuovere il manager, negando però moventi di bassa politica. Cosa che aveva fatto anche a luglio 2009, quando venne interrogato dal pm Digeronimo, sostenendo – scrive il gip «contrariamente a quanto emerso dalle intercettazioni che non vi era stata alcuna intromissione del Tedesco». Dichiarazioni che il giudice ribadisce, poi, essere «inverosimili».
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Sono 2 articoli di Riflessioni sulla Giustizia.
http://linkati2lu.files.wordpress.com/2011/02/parte-prima.doc
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Adesso basta con questa casta maledetta.
http://www.ilgiornale.it/interni/caso_tortora_dopo_22_anni_arriva_unaltra_ingiustizia/27-02-2011/articolo-id=508646-page=0-comments=1
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Parte prima e seconda : riflessioni sulla "giustizia.
http://linkati2lu.files.wordpress.com/2011/02/parte-prima1.doc
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Aprite gli occhi con questi fatti.
https://www.facebook.com/group.php?gid=129584953746657&v=wall&ref=mf
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Qualche conoscenza, fa sempre bene.
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4653&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4652&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4651&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4649&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4648&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4652&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4651&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4649&Itemid=72
http://www.giustiziagiusta.info/index.php?option=com_content&task=view&id=4648&Itemid=72
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Non è chiaro il concetto di "libertà e giustizia".
http://www.ilgiornale.it/interni/il_capo_dellanm_vuole_schedare_chi_critica/02-03-2011/articolo-id=509174-page=0-comments=1
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
Data d'iscrizione : 25.09.10
Re: Scriviamo di Giustizia solo su questo post ?
I nodi da risolvere sono due. Il primo è quello di ridare alla politica quella autonomia rispetto al potere giudiziario, disgraziatamente buttata via 18 anni fa sull'onda dello choc di tangentopoli. È urgente che ministri, deputati e senatori si riapproprino del diritto all'immunità che era sancito nella costituzione.
Il secondo nodo riguarda invece tutti noi, comuni cittadini prigionieri di una casta, quella dei magistrati, che rifiuta di autoriformarsi per conservare privilegi, potere e una immunità che non ha pari al mondo. Quando un chirurgo sbaglia ad amputare una gamba viene cacciato sui sue piedi. Se un pm o un giudice sbaglia, clamorosamente ed evidentemente, nulla accade. Le loro incapacità e lentezze causano drammi personali e danni ingenti alla nostra economia, tenendo lontano dal mercato investitori stranieri e scoraggiando i nostrani. Negli ultimi sette anni, su 1.010 magistrati finiti sotto processo disciplinare, 812 sono stati assolti, 126 sono stati ammoniti, 38 censurati, 22 multati e soltanto 6 rimossi. Nessun ordine professionale ha una casistica di autointervento sui propri iscritti così blanda.
Che un magistrato sia infallibile, sempre in buona fede e comunque in sé, è una leggenda da sfatare. Sono uomini come tutti, con i loro limiti e convinzioni. Da oggi pubblichiamo una serie di storie raccolte dal collega Stefano Zurlo che i giornali gazzette delle Procure si guardano bene dal raccontare. Partiamo con tre casi: quello del giudice che non paga il conto al ristorante e in risposta alle proteste del gestore manda i carabinieri, quello del pm che chiede l'elemosina sotto il tribunale e che pur giudicata incapace di intendere e volere resta al suo posto, e quello del pm che fa ipnotizzare un imputato per saperne di più.
Siamo d'accordo: nessuna legge ad personam, ma per favore una legge sì, e subito.
Il secondo nodo riguarda invece tutti noi, comuni cittadini prigionieri di una casta, quella dei magistrati, che rifiuta di autoriformarsi per conservare privilegi, potere e una immunità che non ha pari al mondo. Quando un chirurgo sbaglia ad amputare una gamba viene cacciato sui sue piedi. Se un pm o un giudice sbaglia, clamorosamente ed evidentemente, nulla accade. Le loro incapacità e lentezze causano drammi personali e danni ingenti alla nostra economia, tenendo lontano dal mercato investitori stranieri e scoraggiando i nostrani. Negli ultimi sette anni, su 1.010 magistrati finiti sotto processo disciplinare, 812 sono stati assolti, 126 sono stati ammoniti, 38 censurati, 22 multati e soltanto 6 rimossi. Nessun ordine professionale ha una casistica di autointervento sui propri iscritti così blanda.
Che un magistrato sia infallibile, sempre in buona fede e comunque in sé, è una leggenda da sfatare. Sono uomini come tutti, con i loro limiti e convinzioni. Da oggi pubblichiamo una serie di storie raccolte dal collega Stefano Zurlo che i giornali gazzette delle Procure si guardano bene dal raccontare. Partiamo con tre casi: quello del giudice che non paga il conto al ristorante e in risposta alle proteste del gestore manda i carabinieri, quello del pm che chiede l'elemosina sotto il tribunale e che pur giudicata incapace di intendere e volere resta al suo posto, e quello del pm che fa ipnotizzare un imputato per saperne di più.
Siamo d'accordo: nessuna legge ad personam, ma per favore una legge sì, e subito.
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
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Così si esasperano i cittadini.
http://www.ilgiornale.it/interni/rapine_milano_paura_due_commercianti_ma_legge_dice_vietato_difendersi/rapina-seriale-milano-armi-tabaccaio-difesa-carcere/05-03-2011/articolo-id=509956-page=0-comments=1
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
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Contestabile, e come ?
http://www.ilgiornale.it/interni/e_ora_spiateci_anche_bagno/05-03-2011/articolo-id=509932-page=0-comments=1
Luciano Baroni- Numero di messaggi : 414
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Questi sono per XXX
http://www.ilgiornale.it/interni/caos_giustizia_-_linchiesta2/06-03-2011/articolo-id=509978-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/il_raid_punitivo_pm_dopo_viaggio_saltato/06-03-2011/articolo-id=509975-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/fa_uscire_lergastolano_che_si_dichiara_depresso/06-03-2011/articolo-id=509974-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/quando_boccassini_dimentico_innocente_9_mesi_dietro_sbarre/06-03-2011/articolo-id=509973-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/alcol_viaggi_e_nutella_se_toga_fa_capricci/06-03-2011/articolo-id=509969-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/il_guru_sinistra_vecchioni_sparava_zero_toghe/06-03-2011/articolo-id=509970-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/il_raid_punitivo_pm_dopo_viaggio_saltato/06-03-2011/articolo-id=509975-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/fa_uscire_lergastolano_che_si_dichiara_depresso/06-03-2011/articolo-id=509974-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/quando_boccassini_dimentico_innocente_9_mesi_dietro_sbarre/06-03-2011/articolo-id=509973-page=0-comments=1
http://www.ilgiornale.it/interni/alcol_viaggi_e_nutella_se_toga_fa_capricci/06-03-2011/articolo-id=509969-page=0-comments=1
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