“L’INTELLETTUALE di MANIERA”
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“L’INTELLETTUALE di MANIERA”
Gli attacchi sferrati dagli “intellettuali di maniera” a tutto ciò che da parte loro è definito di “destra” mettono, invece, in risalto da un lato l’attuale progressiva inconsistenza culturale degli intellettuali stessi e dall’altro il loro progressivo distacco dalla realtà.
La loro scarsa influenza sui processi decisionali della società, la loro graduale perdita di prestigio sociale, pur alla presenza di rigurgiti isterici patologici, ci può far concludere che gli intellettuali siano una classe in avanzato processo di decomposizione.
E’ sotto gli occhi di tutti che nella società contemporanea sono cambiate molte delle condizioni che garantivano non solo il loro “status”, il loro “potere” e la loro azione ma anche la loro sopravvivenza e, quindi, oggi quello che è in discussione sono proprio la loro stessa ragion d’essere, così come concepita e pensata attraverso modelli precostituiti ed autoreferenziali; d'altro canto è sotto gli occhi di tutti come i rappresentanti della cosiddetta cultura alta e raffinata alla fine si diano da fare in una critica sterile ed astratta chiudendosi in una sorta di casta assumendo, nella realtà, un ruolo conservatore vedendo nella società attuale solo connotazioni negative di parte.
Sta venendo meno l’epoca dominata dalla tentazione ricorrente degli intellettuali di intervenire direttamente in politica, di consigliare i potenti, di influenzare e dirigere le masse, e in qualche modo di deviare o condizionare il corso della storia.
Scrive, infatti, Jacques Derrida «Un filosofo crede di essere qualificato per illuminare con i suoi consigli politici un’arte o un potere di governare; si sente chiamato da un potente, dall’imperatore, dal sovrano, dal re, il principe o il tiranno, dal capo di Stato o il dittatore, il Duce o il Führer, dal Presidente o il Segretario generale del partito, di una Causa o di un Sindacato».
In questa tentazione, in cui sono caduti tanto Platone nell’antichità quanto Heidegger nel Novecento, solo per fare due nomi, «si possono anche vedere le gesticolazioni, talvolta ingenue, talvolta colpevoli, di pensatori che hanno creduto o voluto, sino al secolo che è appena terminato, divenire gli ispiratori, i consiglieri, i teorici del sovrano, i maestri del pensiero dei padroni dell’epoca, i mentori di un potere conservatore, pseudo rivoluzionari o il faro per le masse».
--
A supporto di quanto detto sottopongo un clamoroso esempio di manipolazione culturale adatto al problema di questi giorni.
“La maestra sarà rimpiazzata non da un essere umano in senso stretto, ma da un organismo polimero dell’umano, anche se vagamente antropomorfo. Ci riferiamo a quell’oggetto misterioso che va sotto il rispettabile nome di èquipe.
Proprio così: al posto della maestra vagherà per le classi un gruppo di tre insegnanti indistinguibili”.
Questo bellissimo articolo di fondo, vergato da un intellettuale illuminato, era pubblicato, a fronte della riforma della scuola italiana del 1989 fatta dal ministro dell’istruzione Galloni che prevedeva l’introduzione nelle scuole elementari di tre insegnanti al posto del maestro unico, da un giornale smaccatamente collocato su posizioni di sinistra “L A R E P U B B L I C A”.
Non ci meraviglierebbe scoprire che oggi, quel signor intellettuale, possa essere su posizioni esattamente opposte, solo per partito preso.
La loro scarsa influenza sui processi decisionali della società, la loro graduale perdita di prestigio sociale, pur alla presenza di rigurgiti isterici patologici, ci può far concludere che gli intellettuali siano una classe in avanzato processo di decomposizione.
E’ sotto gli occhi di tutti che nella società contemporanea sono cambiate molte delle condizioni che garantivano non solo il loro “status”, il loro “potere” e la loro azione ma anche la loro sopravvivenza e, quindi, oggi quello che è in discussione sono proprio la loro stessa ragion d’essere, così come concepita e pensata attraverso modelli precostituiti ed autoreferenziali; d'altro canto è sotto gli occhi di tutti come i rappresentanti della cosiddetta cultura alta e raffinata alla fine si diano da fare in una critica sterile ed astratta chiudendosi in una sorta di casta assumendo, nella realtà, un ruolo conservatore vedendo nella società attuale solo connotazioni negative di parte.
Sta venendo meno l’epoca dominata dalla tentazione ricorrente degli intellettuali di intervenire direttamente in politica, di consigliare i potenti, di influenzare e dirigere le masse, e in qualche modo di deviare o condizionare il corso della storia.
Scrive, infatti, Jacques Derrida «Un filosofo crede di essere qualificato per illuminare con i suoi consigli politici un’arte o un potere di governare; si sente chiamato da un potente, dall’imperatore, dal sovrano, dal re, il principe o il tiranno, dal capo di Stato o il dittatore, il Duce o il Führer, dal Presidente o il Segretario generale del partito, di una Causa o di un Sindacato».
In questa tentazione, in cui sono caduti tanto Platone nell’antichità quanto Heidegger nel Novecento, solo per fare due nomi, «si possono anche vedere le gesticolazioni, talvolta ingenue, talvolta colpevoli, di pensatori che hanno creduto o voluto, sino al secolo che è appena terminato, divenire gli ispiratori, i consiglieri, i teorici del sovrano, i maestri del pensiero dei padroni dell’epoca, i mentori di un potere conservatore, pseudo rivoluzionari o il faro per le masse».
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A supporto di quanto detto sottopongo un clamoroso esempio di manipolazione culturale adatto al problema di questi giorni.
“La maestra sarà rimpiazzata non da un essere umano in senso stretto, ma da un organismo polimero dell’umano, anche se vagamente antropomorfo. Ci riferiamo a quell’oggetto misterioso che va sotto il rispettabile nome di èquipe.
Proprio così: al posto della maestra vagherà per le classi un gruppo di tre insegnanti indistinguibili”.
Questo bellissimo articolo di fondo, vergato da un intellettuale illuminato, era pubblicato, a fronte della riforma della scuola italiana del 1989 fatta dal ministro dell’istruzione Galloni che prevedeva l’introduzione nelle scuole elementari di tre insegnanti al posto del maestro unico, da un giornale smaccatamente collocato su posizioni di sinistra “L A R E P U B B L I C A”.
Non ci meraviglierebbe scoprire che oggi, quel signor intellettuale, possa essere su posizioni esattamente opposte, solo per partito preso.
Malgher-1- Numero di messaggi : 30
Età : 76
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Gioco di Ruolo:
Re: “L’INTELLETTUALE di MANIERA”
Ovviamente una buona giornata a tutti quanti.
Mi scuso per l'assenza ma . . . . il lavoro.
Mi scuso per l'assenza ma . . . . il lavoro.
Malgher-1- Numero di messaggi : 30
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Gioco di Ruolo:
Re: “L’INTELLETTUALE di MANIERA”
Questa storia è vecchia amico mio. Il fatto che la sinistra oggi si oppone a qualcosa a cui era favorevole anni fa, fa ridere i polli. Purtroppo gli stessi polli ci cascano e ci vanno dietro.
Water Veltronik ha proposto un referendum abrogativo .....ma di che cosa? Della riforma Gelmini? E cosa vorrebbe abrogare? I grembiulini? Il voto in condotta? Le edizioni fisse per 5 anni dei libri di testo scolastici? E' ridicolo!
I presunti tagli sono contenuti nell'articolo 133 (se non erro) della finanziaria di Tremonti che, com'è noto non è possibile abrogare. Che poi di tagli non si tratta pichè, a quanto ho capito, si tratta di non assumere nuovo personale poichè non ce sta 'na lira per pagarli.Quingi lgi attuali lavoratori, insegnanti, presidi e personale ATA non hano nulla da temere.
Ancora più sconcertante è la protesta universitaria che si sposta sulla violenza verbale e fisica. I primi a protestare sono gli atenei che NON SARANNO TOCCATI dalla finanziaria nè dalla riforma. Riforma che, tra l'altro, vuole metttere fine al fenomeno tutto italiano dei "Baroni".
Perchè la gente si rifiuta di concepire queste cose? ma sono gli studenti la cosa più strana, dovrebbero percepire il tutto com cambiamento e innovazione, invece fanno un passo indietro, sfasciando tutto, occupando, non sapendo neppure che caxxo stiano facendo.
Povera Italia e poveri italiani
Water Veltronik ha proposto un referendum abrogativo .....ma di che cosa? Della riforma Gelmini? E cosa vorrebbe abrogare? I grembiulini? Il voto in condotta? Le edizioni fisse per 5 anni dei libri di testo scolastici? E' ridicolo!
I presunti tagli sono contenuti nell'articolo 133 (se non erro) della finanziaria di Tremonti che, com'è noto non è possibile abrogare. Che poi di tagli non si tratta pichè, a quanto ho capito, si tratta di non assumere nuovo personale poichè non ce sta 'na lira per pagarli.Quingi lgi attuali lavoratori, insegnanti, presidi e personale ATA non hano nulla da temere.
Ancora più sconcertante è la protesta universitaria che si sposta sulla violenza verbale e fisica. I primi a protestare sono gli atenei che NON SARANNO TOCCATI dalla finanziaria nè dalla riforma. Riforma che, tra l'altro, vuole metttere fine al fenomeno tutto italiano dei "Baroni".
Perchè la gente si rifiuta di concepire queste cose? ma sono gli studenti la cosa più strana, dovrebbero percepire il tutto com cambiamento e innovazione, invece fanno un passo indietro, sfasciando tutto, occupando, non sapendo neppure che caxxo stiano facendo.
Povera Italia e poveri italiani
Anatas- Admin
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Gioco di Ruolo: Casualità
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