EPIFANI CI RIPROVA
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EPIFANI CI RIPROVA
All'idiozia non c'è mai fine.
Non avendo avuto ragione su Alitalia altrimenti si sarebbe buscato chissà quanti calci nel sedere dal popolo italiano, sia lui sia i suoi amici sostenitori del PD, il nostro "amico" sindacalista (oggi fanno sindacalisti proprio tutti, eh?) ci riprova con la scuola e minaccia sciopero generale.
Da "Il Giornale":
"Se le cose non cambiano ci sarà lo sciopero generale di tutta la scuola", lo ha minacciato Epifani alla giornata di mobilitazione della Cgil. Il segretario generale del sindacato ha poi sottolineato "di sperare che un’eventuale iniziativa di questo genere possa essere presa unitariamente".
Bocciata la proposta di Confindustria Sulla proposta di Confindustria al tavolo della riforma del sistema contrattuale - ha detto poi Epifani - "i lavoratori perderebbero di più di quello che guadagnano oggi". Secondo il leader della Cgil, infatti, la proposta degli industriali per l’adeguamento dell’inflazione comporterebbe un taglio dello 0,5% all’anno di salario reale. "Ciò equivale all’8% in 15 anni", ha detto Epifani parlando dal palco allestito in Piazza Farnese a Roma per una delle 150 manifestazioni indette contro la politica economica del governo.
Siamo proprio messi male, eh?
A voi i commenti.
Non avendo avuto ragione su Alitalia altrimenti si sarebbe buscato chissà quanti calci nel sedere dal popolo italiano, sia lui sia i suoi amici sostenitori del PD, il nostro "amico" sindacalista (oggi fanno sindacalisti proprio tutti, eh?) ci riprova con la scuola e minaccia sciopero generale.
Da "Il Giornale":
"Se le cose non cambiano ci sarà lo sciopero generale di tutta la scuola", lo ha minacciato Epifani alla giornata di mobilitazione della Cgil. Il segretario generale del sindacato ha poi sottolineato "di sperare che un’eventuale iniziativa di questo genere possa essere presa unitariamente".
Bocciata la proposta di Confindustria Sulla proposta di Confindustria al tavolo della riforma del sistema contrattuale - ha detto poi Epifani - "i lavoratori perderebbero di più di quello che guadagnano oggi". Secondo il leader della Cgil, infatti, la proposta degli industriali per l’adeguamento dell’inflazione comporterebbe un taglio dello 0,5% all’anno di salario reale. "Ciò equivale all’8% in 15 anni", ha detto Epifani parlando dal palco allestito in Piazza Farnese a Roma per una delle 150 manifestazioni indette contro la politica economica del governo.
Siamo proprio messi male, eh?
A voi i commenti.
Anatas- Admin
- Numero di messaggi : 431
Età : 44
Località : Gravina in Puglia
Data d'iscrizione : 29.08.08
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Gioco di Ruolo: Casualità
Re: EPIFANI CI RIPROVA
A Epifani i problemi dei lavoratori interessano solo e sempre quando governa il c/dx.
Con i governi di c/sx e le loro prese x i fondelli,Epifani è stato sempre latitante.
E' carta conosciuta
Con i governi di c/sx e le loro prese x i fondelli,Epifani è stato sempre latitante.
E' carta conosciuta
Alias- Numero di messaggi : 416
Località : Australia
Data d'iscrizione : 01.09.08
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Gioco di Ruolo:
Re: EPIFANI CI RIPROVA
Epifani è solo uno tra i tanti casi subumani della specie.
CONTATORE DI CASI UMANI- Numero di messaggi : 20
Località : scrivania da lavoro
Data d'iscrizione : 29.08.08
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Gioco di Ruolo:
Re: EPIFANI CI RIPROVA
LA QUIETE DOPO LA TEMPESTA
-------------------------------------------
Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
E' diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.
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Passata è la tempesta:
Odo augelli far festa, e la gallina,
Tornata in su la via,
Che ripete il suo verso. Ecco il sereno
Rompe là da ponente, alla montagna;
Sgombrasi la campagna,
E chiaro nella valle il fiume appare.
Ogni cor si rallegra, in ogni lato
Risorge il romorio
Torna il lavoro usato.
L'artigiano a mirar l'umido cielo,
Con l'opra in man, cantando,
Fassi in su l'uscio; a prova
Vien fuor la femminetta a còr dell'acqua
Della novella piova;
E l'erbaiuol rinnova
Di sentiero in sentiero
Il grido giornaliero.
Ecco il Sol che ritorna, ecco sorride
Per li poggi e le ville. Apre i balconi,
Apre terrazzi e logge la famiglia:
E, dalla via corrente, odi lontano
Tintinnio di sonagli; il carro stride
Del passegger che il suo cammin ripiglia.
Si rallegra ogni core.
Sì dolce, sì gradita
Quand'è, com'or, la vita?
Quando con tanto amore
L'uomo a' suoi studi intende?
O torna all'opre? o cosa nova imprende?
Quando de' mali suoi men si ricorda?
Piacer figlio d'affanno;
Gioia vana, ch'è frutto
Del passato timore, onde si scosse
E paventò la morte
Chi la vita abborria;
Onde in lungo tormento,
Fredde, tacite, smorte,
Sudàr le genti e palpitàr, vedendo
Mossi alle nostre offese
Folgori, nembi e vento.
O natura cortese,
Son questi i doni tuoi,
Questi i diletti sono
Che tu porgi ai mortali. Uscir di pena
E' diletto fra noi.
Pene tu spargi a larga mano; il duolo
Spontaneo sorge: e di piacer, quel tanto
Che per mostro e miracolo talvolta
Nasce d'affanno, è gran guadagno. Umana
Prole cara agli eterni! assai felice
Se respirar ti lice
D'alcun dolor: beata
Se te d'ogni dolor morte risana.
Alias- Numero di messaggi : 416
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Data d'iscrizione : 01.09.08
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Gioco di Ruolo:
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