... e la guerra continua...
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... e la guerra continua...
La guerra civile non l’ha voluta Gheddafi… non aveva nessun interesse a proposito.
Un gruppo di “ribelli”… prezzolati dai servizi francesi … ha cercato di spodestarlo con la forza e le armi. L’inizio della “rivolta”? Ammazzare un suo vecchio compagno che aveva fatto la rivoluzione con lui.
La Libia era il paese messo meglio di tutta l'Africa, aveva accordi con l'Italia perchè gli fossero dati miliardi di Euro e lavori pubblici utili come strade eccetera, aveva nazionalizzato il petrolio accettando anche il volere del popolo, stava cercando di rimanere fuori dalla finanza internazionale. I Libici avevano un buon grado di istruzione, avevano accesso ad internet, vi erano anche chiese Cristiane.
Oltre a ciò era stata sdoganata da leader di paesi occidentali, Gheddafi era stato invitato a parlare all'ONU,e il FMI aveva fino a poco tempo fa, lodato il suo operato economico.
Ci sono molti altri paesi dentro alle Nazioni Unite dove i diritti umani non sono rispettati.
Credete che in qualsiasi altro paese occidentale, dove il leader viene ricercato con le armi ed un suo collaboratore ammazzato da una minoranza, agisca in maniera differente?
Manifestare pacificamente è concesso, cospirare con altri usando le armi no.
Se avessero subito grosse ingiustizie dalla sua dittatura, con il tempo il popolo sarebbe riuscito a coalizzarsi per cacciare Gheddafi, ma sembra non sia stato così.
Allora cosa ha fatto di male Gheddafi?
Non è stato in grado di gestire il suo esercito che ha ucciso civili?
Sta continuando il suo esercito a comportarsi in maniera brutale?
Si deve dimettere per il bene del suo popolo, e magari fare delle elezioni democratiche, ma non si dica che è stato lui a volere la guerra civile.
Purtroppo Gheddafi ha dimostrato di non essere l'esempio di leader democratico, ha scagliato con licenza di uccidere la polizia e i militari contro i manifestanti, contro il suo popolo. Addirittura soldati mercenari stranieri… ma la guerra civile non l'ha voluta lui.
Un gruppo di “ribelli”… prezzolati dai servizi francesi … ha cercato di spodestarlo con la forza e le armi. L’inizio della “rivolta”? Ammazzare un suo vecchio compagno che aveva fatto la rivoluzione con lui.
La Libia era il paese messo meglio di tutta l'Africa, aveva accordi con l'Italia perchè gli fossero dati miliardi di Euro e lavori pubblici utili come strade eccetera, aveva nazionalizzato il petrolio accettando anche il volere del popolo, stava cercando di rimanere fuori dalla finanza internazionale. I Libici avevano un buon grado di istruzione, avevano accesso ad internet, vi erano anche chiese Cristiane.
Oltre a ciò era stata sdoganata da leader di paesi occidentali, Gheddafi era stato invitato a parlare all'ONU,e il FMI aveva fino a poco tempo fa, lodato il suo operato economico.
Ci sono molti altri paesi dentro alle Nazioni Unite dove i diritti umani non sono rispettati.
Credete che in qualsiasi altro paese occidentale, dove il leader viene ricercato con le armi ed un suo collaboratore ammazzato da una minoranza, agisca in maniera differente?
Manifestare pacificamente è concesso, cospirare con altri usando le armi no.
Se avessero subito grosse ingiustizie dalla sua dittatura, con il tempo il popolo sarebbe riuscito a coalizzarsi per cacciare Gheddafi, ma sembra non sia stato così.
Allora cosa ha fatto di male Gheddafi?
Non è stato in grado di gestire il suo esercito che ha ucciso civili?
Sta continuando il suo esercito a comportarsi in maniera brutale?
Si deve dimettere per il bene del suo popolo, e magari fare delle elezioni democratiche, ma non si dica che è stato lui a volere la guerra civile.
Purtroppo Gheddafi ha dimostrato di non essere l'esempio di leader democratico, ha scagliato con licenza di uccidere la polizia e i militari contro i manifestanti, contro il suo popolo. Addirittura soldati mercenari stranieri… ma la guerra civile non l'ha voluta lui.
Angela- Admin
- Numero di messaggi : 801
Età : 39
Località : Benaco
Data d'iscrizione : 04.11.08
Questo è il discorso che Gheddafi ha fatto a Tripoli l’8 aprile 2011.
“Nel nome di Allah, il misericordioso, il benefattore.
Per 40 anni, o forse di più, ho fatto tutto quello che ho potuto per dare al popolo case, ospedali, scuole. E quando avevano fame, gli ho dato cibo.
Ho trasformato Bengasi da un deserto in terra fertile, ho resistito agli attacchi del cowboy Reagan quando, tentando di uccidermi, ha ucciso un’orfana, mia figlia adottiva, una povera bambina innocente.
Ho aiutato i miei fratelli e le mie sorelle africani con denaro per l’Unione Africana.
Ho fatto di tutto per aiutare il popolo a comprendere il concetto di vera democrazia, nella quale comitati popolari governano il nostro paese.
Per alcuni tutto questo non bastava mai, gente che aveva case di 10 stanze, abbigliamento e mobilio ricchi. Egoisti come sono, chiedevano sempre di più a spese degli altri, erano sempre insoddisfatti e dicevano agli Statunitensi e ad altri visitatori che volevano “democrazia” e “libertà”. Non si volevano rendere conto che si tratta di un sistema di tagliagole, dove il cane più grosso divora tutto. Si facevano incantare da queste parole, non rendendosi conto che negli Usa non c’erano medicine libere, ospedali liberi, case libere, istruzione libera, cibo garantito.
Per costoro non bastava nulla che facessi, ma per gli altri ero il figlio di Gamal Abdel Nasser, l’unico vero leader arabo e musulmano che avessimo avuto dai tempi di Saladino, un uomo che restituì il Canale di Suez al suo popolo come io ho rivendicato la Libia per il mio popolo. Sono state le sue orme che ho cercato di seguire, per mantenere il mio popolo libero dal dominio coloniale, dai predoni che ci vorrebbero derubare…
Ora sono sotto attacco dalla più grande forza militare della storia. Il mio piccolo figlio africano, Obama, vuole uccidermi, togliere la libertà al nostro paese, le nostre libere abitazioni, la nostra libera medicina, la nostra libera istruzione, il nostro cibo sicuro, e sostituirlo con il ladrocinio stile Usa chiamato “capitalismo”.
Ma noi tutti, nel Terzo Mondo, sappiamo cosa ciò significhi. Significa che le imprese governano i paesi, il mondo, e che i popoli soffrono. Così per me non c’è alternativa, devo resistere e, se Allah vorrà, morirò seguendone la via, la via che ha arricchito il nostro paese di campi fertili, viveri, salute e ci ha perfino consentito di aiutare i nostri fratelli africani e arabi a lavorare qui con noi, nella Jamahiriya libica.
Non desidero morire, ma se dovessi arrivarci, per salvare questa terra, il mio popolo, le migliaia di miei figli, che allora sia.
Lasciate che questo testamento sia la mia voce al mondo. Dica che mi sono opposto agli attacchi dei crociati Nato, alla crudeltà, al tradimento, all’Occidente e alle sue ambizioni colonialiste. Che ho resistito insieme ai miei fratelli africani, ai miei veri fratelli arabi e musulmani.
Ho cercato di fare luce, quando altrove si costruivano palazzi, ho vissuto in una casa modesta e in una tenda. Non ho mai dimenticato la mia gioventù a Sirte, non ho sprecato le nostre ricchezze nazionali e, come Saladino, il nostro grande condottiero musulmano che salvò Gerusalemme per l’Islam, ho preso poco per me…
In Occidente qualcuno mi ha definito “pazzo” e “demente”.
Conoscono la verità, ma continuano a mentire.
Sanno che la nostra terra è indipendente e libera, non soggetta al colonialismo.
Sanno che la mia visione e il mio cammino sono sempre stati onesti e nell’interesse del mio popolo.
Sanno che lotterò fino all’ultimo respiro per mantenerci liberi.
Che Dio ci aiuti.”
Per 40 anni, o forse di più, ho fatto tutto quello che ho potuto per dare al popolo case, ospedali, scuole. E quando avevano fame, gli ho dato cibo.
Ho trasformato Bengasi da un deserto in terra fertile, ho resistito agli attacchi del cowboy Reagan quando, tentando di uccidermi, ha ucciso un’orfana, mia figlia adottiva, una povera bambina innocente.
Ho aiutato i miei fratelli e le mie sorelle africani con denaro per l’Unione Africana.
Ho fatto di tutto per aiutare il popolo a comprendere il concetto di vera democrazia, nella quale comitati popolari governano il nostro paese.
Per alcuni tutto questo non bastava mai, gente che aveva case di 10 stanze, abbigliamento e mobilio ricchi. Egoisti come sono, chiedevano sempre di più a spese degli altri, erano sempre insoddisfatti e dicevano agli Statunitensi e ad altri visitatori che volevano “democrazia” e “libertà”. Non si volevano rendere conto che si tratta di un sistema di tagliagole, dove il cane più grosso divora tutto. Si facevano incantare da queste parole, non rendendosi conto che negli Usa non c’erano medicine libere, ospedali liberi, case libere, istruzione libera, cibo garantito.
Per costoro non bastava nulla che facessi, ma per gli altri ero il figlio di Gamal Abdel Nasser, l’unico vero leader arabo e musulmano che avessimo avuto dai tempi di Saladino, un uomo che restituì il Canale di Suez al suo popolo come io ho rivendicato la Libia per il mio popolo. Sono state le sue orme che ho cercato di seguire, per mantenere il mio popolo libero dal dominio coloniale, dai predoni che ci vorrebbero derubare…
Ora sono sotto attacco dalla più grande forza militare della storia. Il mio piccolo figlio africano, Obama, vuole uccidermi, togliere la libertà al nostro paese, le nostre libere abitazioni, la nostra libera medicina, la nostra libera istruzione, il nostro cibo sicuro, e sostituirlo con il ladrocinio stile Usa chiamato “capitalismo”.
Ma noi tutti, nel Terzo Mondo, sappiamo cosa ciò significhi. Significa che le imprese governano i paesi, il mondo, e che i popoli soffrono. Così per me non c’è alternativa, devo resistere e, se Allah vorrà, morirò seguendone la via, la via che ha arricchito il nostro paese di campi fertili, viveri, salute e ci ha perfino consentito di aiutare i nostri fratelli africani e arabi a lavorare qui con noi, nella Jamahiriya libica.
Non desidero morire, ma se dovessi arrivarci, per salvare questa terra, il mio popolo, le migliaia di miei figli, che allora sia.
Lasciate che questo testamento sia la mia voce al mondo. Dica che mi sono opposto agli attacchi dei crociati Nato, alla crudeltà, al tradimento, all’Occidente e alle sue ambizioni colonialiste. Che ho resistito insieme ai miei fratelli africani, ai miei veri fratelli arabi e musulmani.
Ho cercato di fare luce, quando altrove si costruivano palazzi, ho vissuto in una casa modesta e in una tenda. Non ho mai dimenticato la mia gioventù a Sirte, non ho sprecato le nostre ricchezze nazionali e, come Saladino, il nostro grande condottiero musulmano che salvò Gerusalemme per l’Islam, ho preso poco per me…
In Occidente qualcuno mi ha definito “pazzo” e “demente”.
Conoscono la verità, ma continuano a mentire.
Sanno che la nostra terra è indipendente e libera, non soggetta al colonialismo.
Sanno che la mia visione e il mio cammino sono sempre stati onesti e nell’interesse del mio popolo.
Sanno che lotterò fino all’ultimo respiro per mantenerci liberi.
Che Dio ci aiuti.”
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