CARMI ETILICI

V’è un gran “saggio” in questa stanza
che si firma con costanza
con un nome assai complesso
per chi posta nel consesso:
Noi “Ci stiamo riflettendo”
(nel contempo sta sfottendo)
Sta sfottendo quei “coglioni”
del Governo Berlusconi.
Ma non sa, lui che riflette,
e che vuole farci a fette,
che per esser “riflettente”
con il cuore e con la mente,
un cervello ben dotato
sulla zucca sua piazzato
certamente deve avere.
ma purtroppo il Padreterno
(che, ogni tanto, fa uno scorno)
il cervello gliel’ha l’ha messo:
O nel culo, o dentro al cesso.

Quando salvo preme il dito
per postar sulla tastiera
e scrivendo già bollito
dal mattino fino a sera,
ben s’accorge (ed è gran cosa)
che sa scriver le cazzate,
sì, ma di sballata prosa.
Ora scrive le pensate
non più in prosa, come prima
ma affrettatamente getta
i concetti suoi con rima.
Pover salvo, sei in bolletta!
Gli diciamo, con dolore:
pria facevi rider tutti
Ma ridevam con fragore.
Ora noi vediamo i frutti
d’imitar la la rima chiara
Del poeta Superciucco
con il vino di Sorbara.
Il ciuccatto, come il cucco
vecchio di Villapizzone
le poesiole del Salvuccio
lui le butta dal balcone.
E gli dà tosto un consiglio:
se gran rider vuoi tu fare
i compari in questa stanza
devi presto ritornare
alla prosa tua con speranza.
Con speranza immantinente
che almen giù in risate matte
scoppieremo nuovamente
quando la tua rima in lesso
l’accartocci e prestamente
la rovesci dentro al cesso.

Leggo oggi un’inserzione
su di un grande giornalone:
“la Repubblica” ha lanciato
di “Wileda” un raffinato
del suo “Mocio” aggiornamento.
Se tu pigli lo zuccone
di quel Grillo furbacchione:
E lo strisci a piacimento
Sul tuo zozzo pavimento
otterrai su quel plancito
un mai visto e gran pulito.
Ed inoltre, per l’aggiunta,
lo zuccone sulla punta
non lo devi più strizzare,
ma, nel vuoto del cervello,
l’acqua sporca fa lavello,
dal momento che oggidì
sempre piena è di pipì.

Un grandioso letterato
il cui nome a tutti è noto;
Salvo, siculo affermato
per aver cervello vuoto,
oggi afferma a tutto tono:
“Un primato il mondo invidia
al sikano, quali io sono:
la mia zucca è Wikipedia,
grande quanto il mio sapere.
Solamente un difettuccio
ha il cervello mio potente.
Esso è posto esattamente
all’altezza del sedere”.

Quando Boffo, uom cortese
Vide pieno il gran sagrato
del gran Duomo milanese
di devoti Maomettani
tutti intenti alla preghiera
con al ciel rivolti i culi
dal mattino fino a sera,
scrisse: “Ooh! Che bella gente!
Che mirabile espressione
d’Islamismo tollerante!”
“Tu sei matto da legare”
disse Bossi, gran Cristiano
“Sù, confessa, non negare,
Non ammiri la passione
che ci metton per pregare,
bensì, con la penna in mano,
Tu gli ammiri il deretano!”

Il primo comando che diede Bersani
ponendo le chiappe su quella poltrona
di gran Segretario di tutti i Piddini
fu di lavorare di gran lena buona
e dar finalmente al Grande Partito
un nome appropriato al nuovo obiettivo:
“Dev’essere, insomma, se avete capito,
Un nome grandioso, onesto e giulivo.
Un nome che dia grande scossa alla gente,
che richiami il GATTO prudente ed ardito
ed insieme il CANE, fedele, ubbidiente”.
Fu tosto creata, con gran discrezione
una commissione di tre pensatori.
E pensa e ripensa, con grande emozione,
ier l’altro, contenti, ’sti tre bei signori
Si misero a urlare: “Trovato! Trovato!”
Domanda Bersani:: “Trovato che cosa?”
“Il nom che volevi. Abbiamo: “CA.GATTO”