MORTE CEREBRALE, MORTE CLINICA, TESTAMENTO BIOLOGICO, ACCANIMENTO TERAPEUTICO, EUTANASIA

buongiorno
Questa volta i preti l'hanno fatta davvero grossa.
Ma come, dico come si permettono di mettere in dubbio una pratica approvata dalla comunità internazionale, che in questi anni ha salvato migliaia di vite
La morte cerebrale viene accertata da un collegio formato da almeno 3 medici, tra i quali un rianimatore , pensare che la morte sopraggiunga solo all'arresto del cuore è da medioevo
se fossero coerenti non dovrebbero prendere più manco un'aspirina.
Poi siamo sicuri che non ci sia manco un vescovo o un cardinale trapiantato,magari di un rene

Jurka
io non sono d'accordo con il fatto di staccare la spina quando una persona si trova in coma,anche se con la cosidetta morte cerebrale accertata,il cuore batte e sarebbe uccidere.
Quando accadono certi incidenti bisognerebbe allora non intubare.
Perchè prima ci si deve sprecare nel tenere in vita una persona e poi la si vuole sopprimere? tanto vale lasciar perdere dall'inizio. è il mio pensiero

Anatas ha scritto:Gli arogmenti sono tutti su.
Quando si parla di Morte Cerebrale? E che differenza c'è tra quest'ultima e la morte Clinica?
Fino a che punto può considerarsi la cura di un medico o di una equipe di medici come ACCANIMENTO TERAPEUTICO?
Che valenza può avere in questi casi il TESTAMENTO BIOLOGICO?
Fino a che punto è giusto staccare la spina?
Fino a che punto è (im)morale l'EUTANASIA?

Argomento piccante, certamente non per tutti.
Non chiedo a tutti di parteciparvi.

L'argomento non è dei più semplici.
Da un lato coinvolge la visione del mondo da parte di ciascuno di noi e dall'altro involge dei punti di vista morali e ideologici che trovano estrema difficoltà ad essere ricondotti al un unico idem sentire.
Certamente Jurka ha affrontato quegli aspetti, diciamo tecnico-dentologici, su cui mi trova pienamente daccordo.
Per quanto riguarda la visione più generale del problema non riesco a fermarmi su una unica posizione, a volte sono daccordo su alcune soluzioni altre volte no.
Mi rendo conto che questo accade perchè ci lasciamo prendere, spesso, dall'emotività sia del fatto sia della sua rappresentazione mediatica.